Si è chiusa domenica la 45ª Conferenza nazionale animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo svoltasi a Fiuggi (26-28 novembre) e, in contemporanea, in 137 luoghi diocesani e interdiocesani, con cui si è aperto il Giubileo d’Oro del Rinnovamento in Italia. Nel suo intervento don Dario Vitali, docente di Ecclesiologia alla Pontificia Università Gregoriana e membro della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, è stato chiamato a riflettere proprio sul cinquantesimo anniversario del Movimento, guidato dal tema “Un anno di grazia: memoria e attualità di un impegno sempre nuovo”. “Mi approccio a voi – ha esordito – con un metodo teologico più che storico, ricordando anzitutto che in Italia il Rinnovamento si sviluppa arrivando dall’esperienza universitaria di Duquesne, all’indomani del Concilio Vaticano II. Come questo ‘vento’ si è poi diffuso nella Chiesa cattolica, grazie all’impronta decisiva di padre Valeriano Gaudet e a padre Francis Sullivan, è il segno dell’opera dello Spirito, prima che dell’uomo”. Precisando ancor meglio le origini di questo lungo cammino, il relatore ha posto in evidenzia che “il Rinnovamento porta nei suoi esordi una vocazione ecumenica, perché l’esperienza propria del Movimento e della Chiesa pentecostale ha custodito questa urgenza dell’invocazione del battesimo nello Spirito”.
“Sappiamo inoltre che dal 10 ottobre scorso – ha aggiunto, con riferimento al percorso sinodale appena iniziato e ad alcuni testi del Magistero pontificio – ‘sinodo’ è un termine che è tornato prepotentemente di moda, come dimensione costitutiva della Chiesa, anch’essa frutto maturo del Concilio Vaticano II. È un camminare del popolo fedele e santo di Dio ed è un cammino da compiere, appunto, insieme, come avete fatto voi in questo tempo, senza essere Chiesa ‘parallela’ ma vera Chiesa del terzo millennio, a partire da ogni comunità ecclesiale impegnata in questi mesi, sul territorio, a confrontarsi e condividere, dalla base, rendendosi espressione viva, feconda e presente di tutti i battezzati che hanno imparato ad ascoltare lo Spirito”. Infine, una consegna precisa da parte di don Vitali, che ben conosce il Movimento: “Non dimentichiamo mai che la sinodalità non è il diritto di parlare ma, prima di tutto, il dovere di ascoltare. In questa stagione di maturità che ora il Rinnovamento vive, recuperate allora il dono degli inizi, quale corrente di grazia, perché la nostra Chiesa, ferita e ammalata, ha bisogno di questa azione potente che la trasforma, e non di un’azione sociologica che ci renderà più aridi di prima. Dobbiamo essere, in primis, un popolo che benedice e ringrazia Dio per il dono teologale della vita: da qui, con fede, rinasceranno le vocazioni, i carismi, i ministeri, le forme di dedicazione e dedizione ai fratelli. Pregate non soltanto per la Chiesa, ma per ciascuno che in essa ha un compito. Pregate, perché l’unico Spirito che ci muove presti ad ognuno la ‘voce’ per attuare un servizio competente da cui far nascere una Chiesa nuova, che lo Spirito continuamente ha in gestazione, da testimoniare ai giovani che verranno”.
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