“Una buona scuola è necessaria per offrire ai giovani quegli strumenti che li aiutino a migliorare le proprie capacità. In questo modo avranno maggiori possibilità di inserirsi nella società da protagonisti e offrire così il proprio contributo alla crescita e al progresso della propria comunità. Educare significa aiutare i giovani a coltivare un’apertura al mondo intero. Questa apertura è particolarmente necessaria qui a Cipro, come ci ha ricordato Papa Francesco qualche giorno fa, durante la sua visita nell’isola”. È quanto detto al Sir da padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, che ieri, a Nicosia (Cipro), ha inaugurato e benedetto la nuova ala della “Terra Santa School”, la scuola più antica di Cipro, risalente al 1646. I lavori di ristrutturazione e ampliamento, durati due anni, permetteranno la ricollocazione degli alunni delle varie fasce di età in aule e strutture più grandi e totalmente rinnovate, permettendo, nel contempo, di poter soddisfare la richiesta di nuove iscrizioni. Attualmente l’istituto scolastico ospita 500 alunni, tra loro molti sono figli di migranti che lavorano nell’isola. “Educare – ha aggiunto padre Patton, richiamandosi al suo discorso inaugurale – significa aiutare i giovani ad orientare le loro capacità, la loro libertà e la loro volontà verso il loro bene personale e verso il bene comune, per costruire un mondo fraterno in cui riconosciamo in ogni persona un fratello o una sorella. Lo sviluppo di questa Scuola è qualcosa di grande valore per la nostra comunità”. Non è mancato un riferimento alla pandemia: “Dopo le difficoltà che abbiamo vissuto negli ultimi due anni a causa del Coronavirus, mi auguro che tutti i nostri studenti possano beneficiare di una didattica in presenza, che favorisca una relazione educativa tra docenti e studenti e permetta agli studenti di vivere normali rapporti con i coetanei”. Infine un appello al corpo docente e al personale della scuola: “Vi chiedo di accogliere i giovani che verranno qui, di coinvolgerli nella loro crescita personale, in modo che nessuno si senta escluso o lasciato da parte, perché tutti possano sentirsi importanti e valorizzati, anche chi ha meno capacità, anche chi deve fare uno sforzo maggiore, e anche chi sembra essere il più fragile. Papa Francesco ha ricordato l’importanza di avere una mente aperta alla mondialità, per costruire fraternità ed è ciò che cerchiamo di fare qui in questa isola che, per quanto piccola, ospita genti di tutto il mondo”.

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