DIOCESI – “Come i Magi siamo in cammino per giungere ad incontrare Gesù, un cammino lungo quanto la nostra vita, un cammino fatto non in solitudine, bensì insieme alla Chiesa di cui facciamo parte.” – È questo il cuore dell’omelia del vescovo Carlo Bresciani in occasione della Messa celebrata per la solennità dell’Epifania lo scorso Giovedì 6 Gennaio, alle ore 18:00, presso la Cattedrale di Santa Maria della Marina a San Benedetto del Tronto.
“L’odierna festa dell’Epifania – ha esordito Bresciani – ci porta, per un doveroso atto di adorazione, con i Magi davanti alla grotta della presenza del Dio che si è fatto carne in Gesù. Infatti, noi questa sera, siamo qui un po’ come i Magi: ci siamo messi in cammino dalle nostre case per incontrare Gesù in questa casa dove Lui si rende presente nella parola e nel sacramento. È Lui, infatti, che siamo venuti ad incontrare e ad adorare. Il nostro cammino, dal punto di vista della strada percorsa, è stato certamente molto più breve e meno faticoso rispetto a quello dei Magi: non abbiamo dovuto scrutare le stelle per discernervi dei segni particolari o miracolosi della presenza di Dio; il tratto di strada fatto è certamente meno pericoloso e insicuro. È più facile, invece, che abbiamo dovuto fare un lungo cammino interiore e spirituale per scoprire in noi la verità di quel Dio di cui abbiamo sentito parlare al catechismo fin dalla prima fanciullezza e del quale, però, non avevamo ancora capito quanto fosse importante per la nostra vita personale e comunitaria. Penso che i Magi ci presentino, in una certa qual maniera simbolica, il cammino dell’uomo verso Dio; cammino a volte tranquillo, altre volte piuttosto accidentato a causa degli incontri e delle vicende della vita; altre volte distratto da falsi maestri, che non mancano mai e che allontanano dalla retta via.
La vita di ciascuno di noi trova la sua verità e la sua pienezza nel cammino interiore che siamo chiamati a fare verso un incontro personale con Dio. Questo è stato sempre il cammino percorso da tutti i santi. Talora anche per loro si è trattato di un cammino accidentato, molto simile a quello di molti di noi. La nostra vita umana e cristiana trova la sua verità e la sua pienezza nel cammino spirituale che viviamo, non nella esteriorità delle apparenze, da cui è tanto attratto e lusingato il nostro mondo, apparenze che hanno sempre in sé una potente forza ingannatrice: promettono facilità, pienezza di vita e danno l’insoddisfazione del vuoto e dell’effimero. È stato questo il cammino che ha dovuto fare anche il grande Sant’Agostino che, dopo aver cercato in tutte le direzioni, dopo essersi lasciato attrarre dalle apparenze allettanti e ingannevoli di discorsi retorici e di vane filosofie, comprese che il vero cammino che lo avrebbe portato alla pienezza della propria vita era quello verso la propria interiorità spirituale: su questa strada si è finalmente lasciato guidare dalla Parola del Vangelo ed è giunto all’incontro liberante con Gesù.”
“La nostra interiorità spirituale – ha proseguito il vescovo Carlo – è il risultato di un cammino lungo quanto la nostra stessa vita; la costruiamo attraverso i piccoli passi di ogni giorno che ci avvicinano sempre più ad un profondo incontro personale con Gesù. I Magi hanno trovato la stella e da essa si sono lasciati guidare nel loro cammino verso l’incontro adorante con il divino Bambino nato a Betlemme. Ne viene una domanda: da quale stella ci lasciamo guidare noi? Dio ha donato anche a noi una stella come guida sicura verso un incontro non illusorio con Lui: si tratta della Parola del Vangelo. Attraverso il Vangelo, Egli ci parla e ci guida su un cammino sicuro, anche nei momenti più difficili della vita. La sua parola, infatti, dice il salmo, è “lampada ai nostri passi, luce sul nostro cammino” (cfr. Sal 119). Anche noi, se vogliamo incontrare Gesù, dobbiamo sempre di nuovo e sempre più decisamente lasciarci guidare da questa luce, lasciare che essa brilli sempre davanti a noi e nel nostro cuore come guida sicura della nostra vita cristiana.
Non manca neppure oggi chi cerca di oscurare questa luce o di travisarne il senso; non manca chi, come Erode, la teme, perché minaccia i suoi interessi poco leciti; non manca chi cerca di strumentalizzarla per guadagni che nulla hanno a che fare con Dio: è stata la storia del passato e purtroppo sarà la storia di sempre. Giovanni lo aveva già notato, quando nel prologo del suo Vangelo dice: “venne nel mondo la luce vera… ma il mondo non la riconobbe” (Gv 1, 9-10) e forse non la vuole neppure riconoscere, perché crede illusoriamente che la vera libertà consista nel non lasciarsi guidare da nessun altro che da se stesso e dai propri desideri di autoaffermazione contro tutti. Ogni cristiano è chiamato dalla stella della Parola di Dio a fare il proprio cammino di fede personalmente, senza condizionarlo al fatto che ci siano anche altri (pochi o tanti) a farlo con lui: è questo il nostro cammino interiore da cui dipende la verità della nostra vita.”
“Ma non siamo soli – ha concluso Bresciani – come Chiesa, siamo Chiesa in cammino: siamo una Chiesa che ha fatto molto cammino lasciandosi guidare dalla Parola di Dio, una Chiesa che ha offerto molto oro, incenso e mirra all’umanità come atto di amore e di adorazione a Colui che, facendosi carne, “si è unito in un certo modo ad ogni uomo” (cfr. Gaudium et Spes, 22). Ma non dobbiamo mai dimenticare che abbiamo ancora molto cammino da fare dentro questo mondo, un cammino che non sarà mai finito fino a che non sarà finito il mondo stesso, perché è in esso che la Chiesa è chiamata ad adorare il Dio che si rende costantemente presente in ogni essere umano che chiede di essere accolto, amato e perdonato.
Come Chiesa siamo chiamati dal Vangelo a fare insieme questo cammino, aiutandoci reciprocamente con grande comprensione e con grande carità gli uni verso gli altri: chi ha più energia, invece che lamentarsi degli altri, li aiuti di più. Questa è la dinamica intrinseca della carità, che è l’anima del Vangelo. È questo il cammino sinodale ecclesiale che papa Francesco ci va ricordando e che la Chiesa italiana va sollecitando in questi anni.
Come ogni cammino di vita, non è fatto di soli discorsi, quindi anche il cammino sinodale della Chiesa che siamo chiamati a fare non è fatto tanto di bei discorsi sulla necessità di camminare insieme (si rischia di perdesi in chiacchiere), ma di passi concreti fatti insieme, non importa se si tratta di piccoli passi, importa che siano concreti. Ricordiamoci che chi rifiuta i piccoli passi, appunto perché piccoli, e aspetta di poter correre come i velocisti sulla pista, non si muoverà mai e non raggiungerà mai nessuna meta.
Come i Magi camminano insieme verso l’incontro con il Signore, così anche noi, come Chiesa, siamo chiamati a camminare insieme guidati dalla stella della sua Parola. Solo così potremo essere testimoni non solo davanti ai tanti più o meno perversi Erodi dei nostri tempi, ma anche a coloro che cercano e che faticano a trovare la giusta strada sulla quale incamminare la propria vita. E noi sappiamo e crediamo che alla fine del viaggio, che sarà quando Dio vorrà, troveremo Gesù che con le braccia aperte ci accoglierà, come ha accolto i Magi nella grotta di Betlemme e allora la nostra gioia sarà piena. Dio voglia che anche per tutti noi sia così. Amen.”
Durante la celebrazione, animata in maniera eccelsa dal soave canto e dalle dolci note dei coristi della Parrocchia, il diacono Walter Gandolfi ha dato l’annunzio del giorno di Pasqua che quest’anno cadrà il 17 Aprile, ovviamente di Domenica, e delle date di tutte le altre ricorrenze liturgiche che da essa scaturiscono: le Ceneri, inizio della Quaresima, il 2 Marzo; l’Ascensione del Signore, il 29 Maggio; la Pentecoste, il 5 Giugno; la prima Domenica di Avvento, il 27 Novembre.
0 commenti