“La vita di ogni singolo uomo è più preziosa del mondo intero, dice il Vangelo. Per questo siamo addolorati da tanta violenza e dal non rispetto della vita umana. Preghiamo per le vittime e per coloro che soffrono tutte le conseguenze di ciò che è accaduto”. È il messaggio fatto pervenire personalmente al Sir del vescovo di Karaganda, il milanese mons. Adelio Dell’Oro, nel giorno in cui in Kazakistan è stata decretata una giornata di lutto nazionale. “Nella giornata di lutto nazionale, proclamata per tutto il Kazakistan dal presidente Kasym-Zhomart Tokaev – dice mons. Dell’Oro –, desidero assicurare che anche le comunità della Chiesa cattolica di questo Paese partecipa e condivide il dolore di tutto il popolo per tutte le persone che sono morte nei disordini dei giorni scorsi, per i numerosi feriti e per tutti loro familiari. Soprattutto noi cattolici rivolgiamo al Signore un’intensa preghiera. E questo dolore lo viviamo ancora sulla nostra pelle e nella nostra memoria, soprattutto a Karaganda, terra del vastissimo Karlag (Lager di Karaganda) dove hanno sofferto, è stato versato il sangue e sono morte innumerevoli persone ingiustamente perseguitate, anche per la propria fede”. “Noi preghiamo – prosegue il vescovo – perché i problemi, che pur esistono, si possano risolvere pacificamente, perché la violenza e le rivoluzioni non hanno mai creato una società e un mondo nuovi. Affidiamoci all’intercessione della Madonna perché i problemi si risolvano con un vero dialogo, nella pace e nella giustizia per il bene comune”.
Il vescovo cita don Luigi Giussani: “Nella misura in cui gli idoli sono esaltati l’umano viene meno… Per la Bibbia l’origine della violenza come sistema dei rapporti, cioè della guerra, è l’idolo”. E commenta: “È solo in una vera religiosità, in una reale dipendenza da Dio, che possiamo scoprirci fratelli e sorelle. Vediamo questa dipendenza dal Mistero nell’incarnazione del Figlio di Dio, in quel Bambino inerme nella stalla di Betlemme, che Maria ci ha donato: Lui è la speranza e il portatore della vera pace, che è dono di Dio”. È salito ad almeno 164 il bilancio delle persone morte nei disordini che hanno scosso il Kazakistan la scorsa settimana, 103 delle quali solo ad Almaty. Lo riportano diversi media anche se non c’è certezza ufficiale sulle informazioni che giungono in queste ore dal Paese riguardo sia al numero delle vittime degli scontri sia a quello delle persone arrestate.
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