DIOCESI – Prosegue il nostro viaggio per conoscere meglio gli Uffici pastorali della Diocesi. Questa volta abbiamo incontrato Pierluigi Addarii Direttore dell’Ufficio Migrantes diocesano.

Direttore Addarii di che cosa si occupa l’Ufficio Migrantes?
La commissione Migrantes è un Ufficio diocesano che si propone di creare occasioni di incontro con le comunità etniche e linguistiche presenti nel nostro territorio. In particolare la nostra Diocesi è piccola e quindi anche queste comunità sono molto esigue, a volte si riducono a gruppi familiari o poco più. La comunità più significativa dal punto di vista numerico è certamente quella latino-americana, con la presenza soprattutto di peruviani argentini e negli ultimi tempi venezuelani. Numerosa è anche la presenza di polacchi, ucraini e rumeni. Da segnalare inoltre la presenza di comunità provenienti dal continente indiano. Discorso a parte per gli africani, le cui comunità in questo caso sono piccole e non è sempre facile coinvolgerle; a volte esprimono un senso di estraneità nella partecipazione alle nostre liturgie, che trovano fredde e asiatiche.

Di fronte a queste realtà con le quali venite a contatto quali iniziative proponete?
L’Ufficio Migrantes cerca di proporre a queste comunità di incontrarsi sia per la celebrazione eucaristica in lingua e sia per partecipazione ad iniziative di carattere culturale e religioso. Purtroppo negli ultimi due anni a causa dell’emergenza sanitaria questi incontri si sono diradati, le comunità si sono ancora di più assottigliate soprattutto a causa della mancanza del lavoro.

Quali sono state le ultime attività che avete realizzato?
Tra gli appuntamenti importanti e significativi che si sono svolti negli ultimi mesi ricordiamo la partecipazione alla Giornata mondiale dei migranti svoltasi a Loreto lo scorso settembre e la festa dei popoli svoltasi anch’essa lo scorso settembre a San Benedetto, organizzata con la Caritas diocesana.

Qual è l’obiettivo dell’Ufficio Migrantes?
Lo scopo dell’Ufficio Migrantes è anche quello di far conoscere alle nostre comunità locali la presenza di questi nostri fratelli provenienti da altri Paesi e anche di creare occasioni di incontro con altre confessioni, soprattutto ortodossi e protestanti, per svolgere cammini comuni, anche alla luce delle sollecitazioni che vengono dalle Sinodo che stiamo preparando come Chiesa italiana.

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