Di Fides Vita

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In questi giorni siamo stati sconvolti da qualcosa di tragico: la guerra. Più volte abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada. E non smettiamo di pregare, anzi, supplichiamo Dio più intensamente…” (Papa Francesco, Angelus del 27/02/22).   

Dentro il terribile e tragico frangente di tempo che il mondo sta vivendo, desideriamo esprimere la nostra  struggente compassione, la nostra totale partecipazione alle sofferenze del popolo ucraino, degli uomini,  delle donne, degli anziani, dei bambini, di tutti i poveri, i malati e gli indifesi che, per la follia delirante e  omicida di qualcuno, sono colpiti da un gravissimo e ingiustificabile attacco bellico.  

“Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una  resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con  le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni… Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la  realtà coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della  guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace” (Papa Francesco, Fratelli  tutti, 261). 

In modo tremendo ed eclatante, la guerra ci pone davanti al mistero, all’abisso del male: al male di cui l’uomo è capace; a quel male, che in diversi modi, più o meno gravi, riguarda ciascuno di noi. La consapevolezza della nostra miseria ci spinge a mendicare il perdono, ad implorare la pace: quella pace, quella pace vera che riguarda il cuore di ogni uomo; quella pace che innanzitutto richiama la responsabilità di ognuno, nelle piccole e solite “cose” e circostanze come in quelle più grandi, intense e drammatiche; quella pace che solo può venire da Colui che ha vinto e vince la deleteria, soffocante e mortale presa del male.        

Solo a prendere sul serio un qualsiasi momento della nostra giornata, solo ad essere attenti alla vita dei  nostri fratelli uomini, anche a livello di cronaca quotidiana, non possiamo che ritrovarci, come dice il  grande Eliot, con “le mani vuote e le palme aperte rivolte verso l’alto” a gridare la presenza di Colui che  unicamente può redimerci e salvarci. Non possiamo che sentire crescere nel cuore, soprattutto ora, quella  invocazione con cui ogni giorno siamo chiamati ad aprirci e ad introdurci alla vita: “O Dio vieni a salvarci,  Signore vieni presto in nostro aiuto”. 

Con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina – e non dimentichiamo le guerre in altre parti del mondo, come nello  Yemen, in Siria, in Etiopia… – ripeto: tacciano le armi!” (Papa Francesco, Angelus del 27/02/22). “Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il  digiuno. La Regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra” (Papa Francesco, Udienza Generale del  23/02/22). 

Dietro al Papa, innestati nel suo cuore, in comunione con i nostri Vescovi, accogliamo l’appello alla preghiera e al digiuno per la pace in Ucraina nella giornata del prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri. Incessante sia la nostra supplica alla Regina della pace per quel popolo amico, per ogni uomo e per il mondo intero: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.

 

 

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