foto SIR/Marco Calvarese

Lettera della Caritas Diocesana

DIOCESI – In questi giorni, in cui tutti proviamo un grande dolore per le conseguenze di una guerra, e non è la sola, che sta seminando distruzione e morte, viene da chiedersi perché non smettere di farci guerra e rischiare di perderci in inutili critiche e sterili lamentele.

E’ bello l’appello dell’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, per questo tempo di quaresima: “Chiedo in nome di Cristo Gesù la cessazione tra di voi di ogni conflitto e divisione. Per la fine della guerra devo chiedervi un’offerta più grande di ogni digiuno e preghiera. Offrite in sacrificio la pace per la pace. Se qualcuno di voi ha discusso con il fratello o la sorella, non parla da anni con un amico o un’amica, odia in cuor suo un conoscente, un collega di lavoro, un vicino di casa, vada da lui e si riconcili. Lo faccia adesso! … Scandalizziamo il mondo con la pace! Chiediamo il dono della pace con la pace!”

Come sarebbe bello se la tragedia del conflitto in Ucraina ci insegnasse a far finire le nostre piccole e grandi guerre, anche verbali, che non sono meno terribili!

Alla radice c’è sempre la logica della competizione piuttosto che quella della cooperazione, il giudizio impietoso sul pensare e l’operare dell’altro.
E’ sempre attuale l’insegnamento di Gesù che prima di guardare la pagliuzza nell’occhio altrui è meglio togliere la trave nel proprio. Questo è il tempo di cambiare il proprio cuore per far spigionare da esso tutto il bene di cui si è capaci.

A volte ci chiediamo quale sia l’atteggiamento più giusto di fronte ad affermazioni cattive e non veritiere. C
rediamo che valgono le parole di Gesù: “Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano… Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro (cfr. Luca 6,27-35)

Ha scritto papa Francesco: “In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una ‘architettura’ della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un ‘artigianato’ della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona” (massaggio per la giornata della pace 2022)

In questo tempo, così triste e doloroso, potremo dare spazio alla speranza nella misura in cui ci impegniamo a “scandalizzare il mondo con la pace”, cominciando ad accogliere la diversità come ricchezza e ad essere un po’ più educati e meno cattivi gli uni con gli altri.

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