La sessione plenaria della Convenzione costituzionale ha approvato ieri un testo sui diritti sessuali e riproduttivi, con l’obiettivo che essa venga recepita nel testo costituzionale. Tale norma stabilisce che lo Stato deve assicurare a tutte le gestanti, tra l’altro, le condizioni per un’interruzione volontaria della gravidanza”. Immediata la reazione della Conferenza episcopale cilena: “È necessario sottolineare – scrive la presidenza dell’organismo – che questa norma, di per sé, è un gravissimo attacco alla dignità della persona umana e ai suoi diritti fondamentali, al di là di ogni concezione religiosa”. Inoltre, per tale “diritto” non sono stabilite condizioni o limitazioni, né è dato mandato al legislatore di regolarlo attraverso una legge.
In pratica, fanno notare i vescovi, “stabilendo l’aborto come un diritto costituzionale senza alcuna restrizione, qualsiasi legge che cerchi di regolarlo può essere dichiarata incostituzionale”. In questo modo potrebbe accadere che creature anche al settimo o ottavo mese di gravidanza possano essere vittime di aborto.
Prosegue la nota: “È evidente che una norma di questo tipo costituisce un fatto della massima gravità. La Convenzione afferma il diritto di decidere liberamente e autonomamente sul proprio corpo, ma dimentica e mette completamente a tacere che nel grembo di una donna incinta c’è un secondo corpo, un altro essere umano, che per chi ha approvato la norma semplicemente non esiste”.
I vescovi ringraziano “quanti, in Convenzione, si sono opposti a questa norma, ma purtroppo, come abbiamo più volte sostenuto, si è imposta nel Paese una mentalità contraria alla vita della persona già concepita. Ecco perché facciamo appello ai cileni a prendere coscienza di questa triste dinamica, che ha come corollario inaudito l’incorporazione dell’aborto libero niente meno che come un diritto costituzionale”.
Secondo la Chiesa cilena, “una Costituzione politica con una norma sull’aborto libero non può essere sentita e assunta come propria da molti cileni, tra cui molti che professano una fede religiosa, poiché il rispetto della vita umana fin dal concepimento non è qualcosa di secondario o la cui considerazione sia facoltativa, ma un valore fondamentale, che affermiamo sorretto dalla ragione e dalla fede. Se questa decisione non viene modificata, la Convenzione costituzionale pone un ostacolo insormontabile affinché molti cittadini diano la loro approvazione al testo costituzionale in fase di elaborazione”.

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