Dalla Pastorale sociale della diocesi di Catamarca, nel nordovest dell’Argentina, arriva un appello al dialogo, in seguito alle manifestazioni e agli scontri sfociati in violenza ad Andalgalá, contro un nuovo grande progetto minerario. Lo scopo della protesta dei giorni scorsi era impedire il passaggio di camion, macchinari e carburante per il progetto di esplorazione mineraria “Mara” (Minera agua rica alumbrera), il progetto che punta a unire i giacimenti di Agua Rica con l’infrastruttura di Alumbrera, che ha estratto minerali dal 1997 al 2019. L’intento è quello di estrarre rame, molibdeno, oro e argento, e diventare il più grande giacimento del Paese. Il pacchetto azionario dell’impresa è distribuito tra tre società, ed è gestito dalla società canadese Yamana Gold, con una quota del 56,25%, dalla svizzera Glencore Xstrata, il 25%, e dalla statunitense Newmont, il 18,75%. Ma l’opinione pubblica è in fermento anche per i nuovi progetti che riguardano l’estrazione del litio.
Il governatore di Catamarca, Raúl Jalil, e il vicepresidente della società cinese Zijin Mining, Shaoyang Shen, hanno lanciato nei giorni scori il nuovo progetto di Tres Quebradas che, con un investimento di 380 milioni di dollari, produrrà 20.000 tonnellate di carbonato di litio all’anno. Il lancio del progetto è avvenuto nel Comune di Fiambalá, nel dipartimento di Tinogasta, al centro della catena montuosa delle Ande, a 4.300 metri sul livello del mare.
Di fronte all’incomunicabilità tra le parti, la Pastorale sociale chiede di “aprire un tavolo di dialogo che risolva il conflitto”. La diocesi, in questa fase, si limita a porre interrogativi sull’opportunità dell’attività mineraria su larga scala. E suggeriscono alcuni strumenti in grado di offrire criteri di scelta, a partire dalla Dottrina sociale e in particolare dalla Laudato sSi’, dal documento del Celam “Discepoli e missionari: custodi della Casa comune”, ma ritengono che una valida risorsa sia rappresentata anche dall’Accordo regionale sull’informazione, la partecipazione pubblica e l’accesso alla giustizia in materia ambientale in America Latina e nei Caraibi, adottato a Escazú (Costa Rica) il 4 marzo 2018.
Si tratta di un accordo che “garantisce il diritto di tutte le persone ad avere accesso alle informazioni in modo tempestivo e adeguato, a partecipare alle decisioni che riguardano la loro vita e il loro ambiente e ad accedere ai diritti della giustizia violati. La Pastorale sociale ritiene che, con questo stesso tenore, vi sia il dovere di informare in modo veritiero e professionale da parte di coloro che devono farlo”. È importante, infatti, che “tutti i cittadini possano partecipare alle varie iniziative minerarie per l’estrazione del litio”, ricevendo risposte ai loro interrogativi e preoccupazioni. “Nel dialogo, ci si capisce”, insiste la diocesi, che si dice “disponibile a mettere a disposizione quanto è nelle possibilità della Chiesa in difesa dei beni della creazione e della garanzia un ambiente sano per le generazioni presenti e future”.
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