M.Michela Nicolais
E’ cominciata con un ringraziamento a Papa Francesco, “per la fiducia che mi ha sempre accordato e per il cammino che abbiamo percorso insieme a servizio della Chiesa”, l’introduzione del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, alla 76ma Assemblea generale dei vescovi italiani, in corso a Roma fino al 27 maggio. “Questi anni mi hanno rafforzato nella convinzione dell’importanza della Cei e in particolare di questa nostra Assemblea”, il bilancio del cardinale al termine del suo mandato, caratterizzato in questi ultimi tre mesi da “una guerra tanto inattesa quanto brutale e ingiustificabile” in Ucraina. “Comunione e missione” le parole chiave per il futuro, in cui grazie al Sinodo si intravede “una stagione ecclesiale nuova, ricca di straordinarie possibilità di crescita. Una vera stagione dello Spirito”. “Stiamo rovesciando la piramide”, ha spiegato il cardinale a proposito della prima fase del cammino sinodale, dedicata all’ascolto: “noi Pastori non siamo più all’inizio di ogni processo ecclesiale, ma siamo piuttosto il terminale di un percorso che coinvolge tante persone di buona volontà”.
Il compito del vescovo, ha ricordato il cardinale, è proprio quello di “essere padre”. Come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che stiamo commemorando in questi giorni e che, insieme agli altri martiri della giustizia, “sono diventati padri di una nuova generazione, smuovendo le coscienze soprattutto dei giovani”. Ai giovani, Bassetti ha detto con le parole di Tonino Bello: “La vostra vita vivetela bene, perché vi capita di viverla una volta soltanto: non bruciatela! È splendida, soprattutto, se la vostra vita la mettete a servizio degli altri, sarà questo il modo per non perderla. Perderete il sonno, ma non la vita. Perderete la quiete, ma non la vita. Perderete tantissime cose, ma non la vita!’. E il pensiero è andato al 18 aprile scorso, durante il primo grande evento ecclesiale in presenza dopo la pandemia: “Migliaia di adolescenti hanno colorato Piazza San Pietro che durante la pandemia era vuota: in quella occasione siamo stati investiti dal loro entusiasmo e dal loro affetto. Le loro riflessioni sono state una provocazione per tutti noi adulti a rimanere aperti alle istanze delle nuove generazioni. La loro presenza è un incoraggiamento alla ripresa responsabile e creativa delle attività educative”.
Occuparsi dei giovani significa anche confermare “il nostro impegno per la tutela dei minori e la prevenzione degli abusi, ha assicurato il cardinale: “Vogliamo ambienti sicuri e a misura dei più piccoli e vulnerabili. Per questo, come già ribadito in altre occasioni, intendiamo promuovere una migliore conoscenza del fenomeno degli abusi per valutare e rendere più efficaci le misure di protezione e prevenzione”.
“Se la Chiesa si fa davvero inondare dallo Spirito può diventare anche la coscienza critica della società e subirne quindi l’ostilità”, la provocazione di Bassetti per l’impegno politico: “Pur nella piena distinzione dei ruoli, anche noi Pastori non manchiamo di far sentire la nostra voce, quando riteniamo che siano minacciate le persone, soprattutto le più deboli”. Tra le “delicate le questioni” su cui la politica è chiamata a decidere: “il coinvolgimento del nostro Paese nella guerra in corso in Ucraina, l’applicazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il sostegno economico alle famiglie e alle imprese, la questione del Mezzogiorno, l’ambiente, l’immigrazione, il fine vita”.
“Una Chiesa in ascolto dello Spirito è anche una Chiesa che, quando necessario, sa disturbare i governanti, chiedendo di tenere alto il livello della discussione, di uscire dalle logiche esclusivamente economiche e di mettere al primo posto la dignità della persona, di ogni persona”, la tesi del presidente della Cei, che ha messo in evidenza alcuni dati recenti della Caritas italiana, da cui risulta che “le diocesi italiane, attingendo ai fondi diocesani, stanno svolgendo attività di accoglienza e integrazione: ad oggi 148 diocesi hanno accolto quasi 11.000 ucraini, di cui circa 5.000 minori”.
Netto e chiaro anche l’appello ai laici cattolici: “Il credente oggi più che mai deve accettare il rischio della carità politica, sottoposta per sua natura alle lacerazioni delle scelte difficili, alla fatica delle decisioni non da tutti comprese, al disturbo delle contraddizioni e delle conflittualità sostenibili, al margine sempre più largo dell’errore costantemente in agguato”. “ll politico cristiano imbocca la strada da Gerusalemme a Gerico, non passa oltre per paura di contaminarsi, non si rifugia nei suoi affari privati”, l’identikit tracciato dal cardinale: “È un mestiere difficile, non c’è dubbio: non solo perché non deve assolutamente clericalizzare la politica, ma perché deve anche evitare qualunque forma di integralismo, che ridurrebbe il messaggio evangelico ad una ideologia sociale”. “L’esercizio della politica resti laico”, la precisazione. Al termine dell’introduzione, un appello a
“valorizzare la dimensione femminile della Chiesa attraverso scelte concrete, che legittimino il ruolo che tante donne già svolgono in vari ambiti dalla catechesi alla carità”.
“È tempo di compiere scelte nuove per consentire un coinvolgimento maggiore delle donne nella vita della Chiesa”, la tesi di Bassetti: Maria e le figure femminili del Vangelo “hanno molto da insegnare alla nostra Chiesa, al nostro modo di essere Chiesa”. Infine il riferimento alla definizione della terna di nomi che i vescovi dovranno definire per la nomina del nuovo presidente della Cei: “Non si tratta di una operazione amministrativa, ma piuttosto di una azione da compiere secondo lo Spirito. Desidero fare al mio successore i migliori auguri e mi impegno fin da ora a pregare per lui”.
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