GROTTAMMARE – Tra usanze pagane e credenze cristiane, tornerà domenica 10 luglio a Grottammare la festa di San Paterniano, patrono della città.
Don Federico Pompei, parroco della Parrocchia San Pio V, dichiara: “San Paterniano è il patrono di Grottammare, quindi di tutte e quattro le parrocchie presenti in città. Nato intorno al 275 a Fano, questo Santo ha una storia particolare. All’epoca la sua città natale necessita di un pastore forte, saggio e buono: tutti pensano subito a Paterniano, dal momento che ne conoscono la virtù e lo guardano con venerazione. Anche noi domenica, nel fare festa, siamo chiamati ad imitare le due grandi dimensioni del Santo: la contemplazione e il prendersi cura degli altri.

Per quanto concerne i festeggiamenti, don Federico afferma: “L’amministrazione comunale ha contribuito moltissimo a rendere questa festa ancora più bella attraverso alcune manifestazioni canore e uno spettacolo pirotecnico, ma il culmine dei festeggiamenti per noi cristiani è previsto per le ore 18:30 di domenica presso la Chiesa di San Pio V, ove verrà celebrata la Santa Messa con la partecipazione delle Corali di Grottammare. A seguire si svolgerà una solenne processione durante la quale, come consuetudine, la statua del Santo, conservata presso l’antica Chiesa di Sant’Agostino, verrà portata a spalla dai confratelli della Confraternita dell’Addolorata. Questo il percorso che seguiremo: piazza San Pio V – via Laureati – via Mazzini – via Sant’ Agostino – conclusione nella Chiesa di Sant’ Agostino.”

Come ricorda anche la giornalista Susanna Faviani, in sintesi: La venerazione di San Paterniano nella città di Grottammare ha origini antiche ed abbastanza dubbie. Esisteva sul colle di Grottammare una chiesetta dedicata a tale Santo, forse quattrocentesca, ormai in rovina, ma eretta su struttura tipica degli edifici pubblici romani, forse un tribunale o una basilica curiale o una semplice domus. Di questa chiesina diruta resta solo un’epigrafe traslata e conservata nell’attuale Chiesa di Sant’Agostino in cui, in latino volgare, è scritto: “Qui riposa il corpo del Beato Paterniano” (Hic r.quiescit/ Corp.s/ B.ti /Pat.njani”). Dalla scritta si comprende che a Grottammare, tra il XIV e il XV secolo, era venerato un Beato, non un Santo, quindi non siamo certi che si tratti della stessa persona. Questo dubbio sembra alimentare altre ipotesi storiche secondo le quali, in zona, si praticasse il culto di “Pater Janus”, ovvero Giano Padre, un’antichissima divinità italica picena, legata al ciclo naturale della raccolta e della semina e citato da Sant’Agostino nel suo “De Civitate Dei” ( VIII,9) come “Inizio di tutti i culti e di tutti gli dei”.

Quale che sia la sua origine, in questa festività vi è la storia della comunità, tramandata in via orale: secondo la tradizione, infatti, la venerazione di questo Santo è legata alla natura e al mondo contadino. Gli anziani tramandano la credenza popolare secondo la quale a mezzogiorno del 10 luglio si devono sparare tre sonori botti verso il cielo dal tetto della Chiesa di San Martino per “salutare” il Santo, altrimenti farà grandinare! Il rumore provocato da questi scoppi avrebbe, secondo questa antica tradizione, la proprietà di “rompere le nuvole” e quindi di scongiurare le devastanti grandinate estive che metterebbero a rischio le colture della zona. I nonni favoleggiano di incredibili grandinate a luglio proprio perché “San Patrignà” si era “incanito”, ovvero arrabbiato perché non ben festeggiato.
Ancora oggi, dopo secoli, la festività è molto sentita dai Grottammaresi”.

Nella locandina trovate il programma dei festeggiamenti civili.

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