CASTIGNANO -“I poveri li avrete sempre con voi”. Così diceva Gesù ai suoi discepoli (Matteo 26, 11). E lui di poveri e di povertà se ne intendeva.
E l’Italia ha fatto i conti con i suoi poveri. Secondo il nuovo rapporto dell’Istat i numeri sono impietosi: “Nel 2021, in Italia la povertà assoluta è rimasta stabile rispetto all’anno precedente, riguardando poco più di 1,9 milioni di famiglie e circa 5,6 milioni di individui, con un’incidenza pari rispettivamente al 7,5% e al 9,4% della popolazione. Ma la povertà relativa è aumentata di un punto percentuale nelle famiglie, arrivando a un 11,1% corrispondente a circa 2,9 milioni di nuclei, e anche di più tra gli individui, quasi 8,8 milioni pari al 14,8%”.
Non sta certamente a me fare approfondite diagnosi sociologiche, economiche e politiche. Non ne sarei capace.
Ma mi urge dentro un enorme interrogativo, come cristiano e come prete: come faccio io, nella mia tutto sommato relativa tranquillità economica, a dormire sogni tranquilli quando vengo a sapere che milioni di persone oggi hanno fatto un solo pasto, hanno spento la luce e il gas perché altrimenti non potrebbero pagare le bollette, si sono trattenute nell’acquistare le medicine prescritte dal medico, non manderanno i figli alla mensa scolastica o al campo estivo, aspettano il pacco viveri della caritas parrocchiale, non mettono nulla nel bussolo della questua in chiesa (anche se per giusto pudore fanno finta ugualmente di metterci qualcosa), pregano Dio che l’unica persona che lavora in casa non venga licenziata per egoistici piani aziendali, si sono stancate a sentire promesse di lavoro non mantenute, non possono sposarsi perché manca un minimo di sicurezza economica…?
Quando mi presenterò davanti al Signore al termine della mia vita sarò giudicato sulla delicata attenzione che avrò avuto per i problemi concreti degli altri. Non mi chiederà se avrò fatto splendide omelie, o eseguito raffinate esegesi sui brani del suo vangelo o organizzato la comunità parrocchiale da provetto manager. Mi chiederà semplicemente se avrò fatto fiorire tanti sorrisi sui volti tristi di quanti mi stendevano la loro mano. E quel sorriso sarà il mio passaporto per il regno dei cieli. Perché quelle mani erano quelle stesse di Cristo.
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