Dopo gli anni di difficoltà dovuti alla pandemia di Covid-19, torna quest’anno la Marcia francescana, che vedrà dal 27 luglio al 4 agosto, gruppi di giovani di diversa provenienza mettersi in cammino a piedi, per raggiungere Assisi nel giorno della solennità del Perdono di Assisi, il 2 agosto. A oltre 40 anni dalla prima Marcia francescana, mons. Rodolfo Cetoloni, vescovo emerito della diocesi di Grosseto – e frate minore da quasi 50 anni –, racconta al sito dei Frati minori (www.ofm.org) la nascita di questa iniziativa tenuta a battesimo quando era responsabile della Pastorale vocazionale francescana. “Il frutto più inatteso e ancora commovente” della prima Marcia francescana, ricorda il presule, “fu davanti alla Porziuncola: arrivammo da una strada laterale e il Custode ci accolse con alcune parole mentre eravamo seduti a semicerchio davanti al luogo degli inizi di Francesco. Fu un momento di un’intensità che non ho mai provato mai prima: davvero sembrò di essere un cuor solo e un’anima sola. Anche se non avevo conosciuto tutti o parlato con tutti ricordo netto il senso di essere unito a tutti, come un dono di fraternità e unità. E le lacrime furono l’espressione gioiosa di tutti”. Negli anni seguenti, ricorda mons. Cetoloni, il numero dei partecipanti salì in maniera esponenziale fine a quando “la marcia francescana si estese a tutte le Province, anche fuori d’Italia (Egitto, Bolivia, Croazia, Terra Santa, Libano), diventando un’occasione ed esperienza, davvero vissuta appieno, di temi e contenuti francescani”. Particolarmente caro al vescovo è il ricordo dell’incontro, al termine della 10ª Marcia, a Castel Gandolfo con Giovanni Paolo II, con il ministro generale ed alcuni provinciali. “La marcia – afferma mons. Cetoloni – è stata importante anche per le scelte vocazionali dei ragazzi, amplissime, in una visione di Chiesa in cui le vocazioni si aiutano reciprocamente (dai monasteri, al matrimonio, al lavoro, alle missioni, alla professione). Importante anche l’approfondimento di temi di spiritualità sia nella preparazione che nello svolgimento, fatte da marciatori (frati o laici) e quindi anche un linguaggio diretto immediato, comprensibile. Fin dall’inizio in cui le preoccupazioni ‘vocazionali’ assillavano tutti, si volle che la Marcia fosse un’offerta di incontro, per tutti, convinti che, nella verità di quello che si è, il Signore passa e fa da specchio a ciascuno. Questo vale sia per chi è già in una scelta fatta, sia per chi è in ricerca, sia per chi non cerca nulla, ma in quel clima intenso incontra ed è coinvolto e forse inizia un cammino”. Ad oggi si stima che siano passate più di 70.000 presenze dalle marce francescane. Dalla terza Marcia in poi è stato superato il migliaio e toccato punte vicine ai 2.000 marciatori/trici.
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