“Difendere la vittima, difendere la persona non è essere di parte, ma è la parte. Purtroppo siamo abituati a vivere da spettatori, ma siamo invitati a prendere esempio dal buon samaritano, che certo prima di soccorrere la vittima non aveva fatto un corso di protezione civile: davanti a chi è in difficoltà mi fermo, perché se sono cristiano aiuto chi ha bisogno”. Lo ha detto, domenica sera, il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in occasione della sua visita alla Fraternità di Romena in Casentino (Arezzo), rispondendo a una domanda sui fatti di Civitanova Marche riguardanti l’uccisione per strada del nigeriano Alika Ogorchuckwu senza che nessuno intervenisse per fermare l’aggressore.

Sollecitato anche dal messaggio in video di un prete di 102 anni, don Renzo Pulidori, di San Casciano in Val di Pesa (Fi), che lo ha esortato ad andare avanti con forza e con fiducia sulla strada del rinnovamento della Chiesa, Zuppi ha parlato dell’importanza della speranza: “Se i giovani vedono delle persone adulte o dei vecchi che sperano, come don Renzo, sarà molto più facile anche per loro ritrovare uno sguardo verso il futuro e non sentirsi perennemente deboli, insicuri. E questo sguardo di speranza credo che sia davvero un grande impegno che dobbiamo assumerci proprio come generazione”.

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