Il leader indigeno e commerciante dell’etnia guarani-kaiowá Vitorino Sanches, 60 anni, è stato ucciso martedì 13 settembre da uomini armati ad Amambaí, nello Stato brasiliano del Mato Grosso do Sul, nel sud del Paese, non lontano dai confini con il Paraguay. Secondo le informazioni diffuse dall’Assemblea generale del popolo guarani-kaiowá e dal Consiglio indigeno missionario, diffuse dalla stampa brasiliana, sono stati sparati 35 colpi contro il leader indigeno. Di questi, cinque lo hanno colpito alla schiena. Solo 40 giorni prima, Vitorino Sanches aveva subito un altro attentato. “Non possiamo più sopportare tanto dolore e afflizione, abbiamo bisogno di sostegno e protezione, sono già mesi di attacchi e omicidi presenti nei nostri territori, chiediamo sostegno e che finisca questo genocidio contro i nostri fratelli e sorelle, siamo stanchi di tanto dolore e persecuzione”, scrive in una nota l’assemblea del popolo guarani-kaiowá.
La lotta dei kaiowá per il recupero del loro territorio tradizionale è stata recentemente caratterizzata da un’escalation di violenza contro di loro. Due leader indigeni sono stati uccisi, rispettivamente in giugno e in luglio, mentre una donna indigena, di soli 13 anni, era stata trovata morta l’11 settembre, in una proprietà vicino alla riserva dove viveva nel villaggio di Jaguapiru, nella riserva indigena di Dourados.
La situazione che si vive nel Mato Grosso do Sul non è isolata. Oggi, a Brasilia, si terrà una marcia promossa dal Cimi, da organizzazioni indigene e dalle rappresentanze di nove etnie di vari Stati del Brasile, coinvolte in fatti di violenza che hanno portato, nelle ultime due settimane, all’uccisione di sette indigeni in tutto il Brasile.

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