COMUNANZA – Con la Messa di domenica 27 novembre, celebrata alle ore 16:00 nella chiesa Santa Caterina di Alessandria in Comunanza, si è conclusa la visita pastorale del vescovo Carlo Bresciani non solo nell’Unità Pastorale delle parrocchie di San Paolo Apostolo in Force, Santa Caterina di Alessandria in Comunanza e San Benedetto Abate in Montemonaco, ma anche nell’intera vicaria Beata Assunta Pallotta. La Messa, presieduta dal vescovo Bresciani, è stata concelebrata, oltre che dai sacerdoti della parrocchia, anche da altri sacerdoti della vicaria. Erano presenti il vicario padre Gabriele Lupi, i parroci don Lorenzo Bruni, don Luca Rammella, don Lukasz Tlalka e padre Renato Pegorari, i diaconi Natalino Marinozzi e Walter Gandolfi.

Queste le parole con cui il vescovo Bresciani ha salutato la comunità di Comunanza e i fedeli di tutta la vicaria Beata Assunta Pallotta: “Al termine di questa visita pastorale nella vostra vicaria, sento la necessità di ringraziare il Signore per le belle realtà che ho incontrato. Tutte queste realtà ci dicono che esiste una Chiesa viva. Di questo ringrazio i sacerdoti che vi accompagnano, vi suggeriscono, vi sostengono. Li ringrazio per la fatica che stanno facendo, che è sì la fatica di qualsiasi persona, ma è anche la fatica di un territorio che ha affrontato e continua ad affrontare difficoltà come il terremoto, la pandemia, lo spopolamento. A questa fatica siamo chiamati tutti, perché è questo il tempo che ci è stato dato ed è in questo tempo dobbiamo stare. Viviamo allora questo Avvento come tempo di attesa e di speranza per ristorarci da queste fatiche, nella consapevolezza che lungo il cammino non siamo soli: il Signore, infatti, è sempre con noi. Questa fiducia ci dà coraggio: se potessimo contare solo sulle nostre forze, infatti, forse potremmo anche scoraggiarci; ma, se confidiamo nel Signore, sappiamo che possiamo farcela. Del resto, in mezzo a noi, ci sono cose, esperienze, realtà che testimoniano che possiamo farcela! Abbiamo poi anche un’altra ricchezza di cui dobbiamo far tesoro e che anzi possiamo ancora incrementare ed è il fatto di poter camminare insieme: se ci sosteniamo, se impariamo ad aiutarci, non solo ci sentiremo meno soli, ma avremo anche più capacità. Questo ulteriore che il Signore ci fa è la Chiesa! Se camminiamo insieme nella Luce del Signore, il nostro cammino ha una meta felice. Questa speranza, che nella fede è certezza, si deve tradurre nel modo di operare. Carità, infatti, è amore. E amore è anche il modo in cui ci guardiamo, il modo in cui ci rapportiamo, il modo in cui ci sentiamo fratelli nella fede. Ringraziamo allora il Signore per il dono della fede e dei fratelli. Rivestiamoci di Gesù, cambiamo pelle, imitiamolo così tanto da sembrare Lui. La potenza di Dio fa di noi un popolo nuovo, una Luce sul mondo. Ecco allora che Avvento significa spianare dentro di noi per far sì che il Signore trovi una strada liscia, percorribile, In questo senso il tempo che viviamo è un tempo attivo, operoso, durante il quale dobbiamo ritornare davanti al Signore per prednere da Lui la forza. Senza il denaro, infatti, saremo poveri; ma, senza il Signore, saremmo ancora più poveri. Con il Signore nel nostro cuore, abbiamo quella ricchezza che finisce mai. Dunque non impoveriamo la Domenica perché, così facendo, impoveriremo anche a nostra fede e la nostra vita. Salviamo la Domenica come tempo di Dio, come tempo di speranza nel Dio che verrà.”

Al termine dei riti di Comunione, il parroco don Luca Rammella ha preso la parola per fare alcuni ringraziamenti: “È arrivato il momento del congedo che, per me, coincide con il momento dei ringraziamenti. Innanzitutto il mio primo grazie va a Gesù: se, infatti, la comunità cristiana di queste tre parrocchie di Force, Comunanza e Montamonaco è viva, il merito è solo del Signore che opera di continuo per il bene di questa Unità Pastorale. Noi possiamo fare tanto come sacerdoti, come Consiglio Pastorale, come catechisti o altri collaboratori, ma è Lui che opera veramente. Appena lei è arrivato, caro vescovo Carlo, mi è venuto spontaneo indicarle tutto quello che non va – credo che sia stato così per ogni sacerdote, è inevitabile – tuttavia devo riconoscere che in questa bella comunità ci sono anche tante cose buone. La prima è la gente: ci sono davvero molte persone di buona volontà che fanno tanto per la nostra Chiesa. In ciascuno dei paesi di questa Unità Pastorale noi sacerdoti possiamo percepire la bellezza di avere tre comunità in cui ancora si può celebrare un’Eucarestia avendo di fronte dei fedeli che davvero la vivono in profondità e con il cuore. Il secondo grazie va alle Missionarie della Fanciullezza che mostrano sempre tanta generosità, soprattutto in questi giorni che hanno ospitato il vescovo Carlo. In terzo luogo voglio ringraziare il Coro con il quale stiamo facendo un bel lavoro per renderlo ancora più bello. Un altro grazie va ai catechisti che sono il mio orgoglio: mettono, infatti, tantissima buona volontà nel far comprendere ai bambini e ai giovani quanto sia grande Gesù e quanto sia meraviglioso il Vangelo. Voglio poi ringraziare padre Renato e don Lukasz che fanno davvero tanto per questa Unità Pastorale e che sempre mi dimostrano la bontà del loro cuore. Un altro grazie va ai diaconi Walter e Natalino: al primo perché, con lui durante la liturgia, ci si sente sempre più sicuri; al secondo perché è un punto di riferimento per la nostra Unità Pastorale sul quale possiamo sempre contare. Un altro grande grazie, che dico con una punta di commozione, lo rivolgo a tutti coloro che ci aiutano con la Liturgia: sono persone carissime al mio cuore e, quando qualcuno dice una parola di troppo a questa persone, oltre a ferire queste persone, ferisce anche me. Infine vorrei concludere i miei ringraziamenti citando una battuta di un celebre film di Totò i cui protagonisti sono due futuri consuoceri che cercano di accordarsi su come dividere le spese di nozze. Ad un certo punto, Totò dice: ‘Io pago i bignè e tu tutto il resto’. La divisione non sembra molto equa agli occhi del consuocero, ma Totò replica: ‘I bignè sono manufatti, quindi hanno un valore maggiore’. Ho citato questa famosa battuta, Eccellenza, per dirle che anche noi, come Totò, riteniamo che i manufatti abbiano un valore maggiore, perché sono frutto di una cura, una dedizione e una passione speciali. Per questo motivo, per ringraziarla, Eccellenza, abbiamo pensato di donarle un’opera realizzata da un anziano artigiano che ha superato da poco un momento difficile in quanto a salute e che ha voluto, a nome della comunità, omaggiarla con questo pezzo unico. Glielo consegno con commozione e con un cuore colmo di gratitudine per tutto quello che ha fatto per noi.

A seguire, anche padre Gabriele Lupi, vicario della vicaria Beata Assunta Pallotta, ha preso la parola: “Mi è stato chiesto di intervenire a conclusione di questa visita pastorale nella nostra vicaria. Il mio ringraziamento è da parte di questa comunità pastorale che, con questa Eucaristia, conclude l’incontro con il vescovo Carlo. Come ci è stato ricordato durante l’omelia, l’incontro con il Signore è la cosa più importante. Vorremmo che questo incontro sia una conferma per la nostra fede, la conferma di un cammino, la conferma delle cose belle che ci ha ricordato don Luca, esempi della nostra vicaria, della nostra zona. Vorremmo che questo incontro portasse i suoi frutti. Certamente non vedremo subito i frutti, però questo camminare insieme, questo essere pronti all’ascolto, questo essere operosi nella carità non mancherà di portare frutto. Grazie alle sue fatiche, Eccellenza: sappiamo che ci sono state. Non è sempre facile mantenere questo ritmo a quest’altitudine. La ringraziamo per aver speso tempo ed energie per noi. Grazie di cuore, vescovo Carlo.”

Bresciani ha concluso la Messa, replicando: “Grazie per il ringraziamento della comunità. Ma aggiungo un grazie anche a voi sacerdoti che siete una grande ricchezza per questo territorio. Grazie a voi, infatti, queste comunità hanno vitalità ed un aiuto concreto. È giusto quindi che riconosciamo la fatica che anche voi fate, così come le tante cose belle. Mi faccio quindi voce di questo ringraziamento, affinché il Signore vi accompagni, vi conforti nelle fatiche e vi sostenga.” E poi, rivolgendosi ai fedeli presenti: “Ed affinché anche voi abbiate a sostenere loro.”

La celebrazione si è conclusa con scroscianti applausi, nella gioia e nella condivisione reciproca.

 

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