“Ascoltando lo spirito buono, pregando e conoscendo Gesù, ascoltando le voci di incoraggiamento, gli appelli all’azione, gli appelli all’umanità e alla compassione, i semplici atti di gentilezza verso i poveri, i malati, gli immigrati, i rifugiati… Noi teniamo alta la luce. Sosteniamo la speranza per gli altri. Rifiutiamo di consegnare il futuro alla sventura”. È l’esortazione espressa da padre Arturo Sosa Abascal, preposito generale della Compagnia di Gesù, nel videomessaggio diffuso per le festività natalizie.
“Il Natale è una festa da celebrare con amici e persone care”, osserva, aggiungendo che “il Natale è anche un invito. Un invito a esprimere gratitudine per le grazie che abbiamo ricevuto quest’anno”. “In molte parti del mondo – prosegue p. Sosa – si è potuti uscire dalla parte più violenta della pandemia, permettendoci di godere nuovamente dei nostri amici e dei nostri cari. Il grido di libertà ha raggiunto il suo punto più alto, portando cambiamenti in luoghi dove non lo credevamo possibile. La voce dei giovani è diventata forte e i giovani adulti hanno preso posto sulla scena mondiale”. “E, soprattutto, possiamo naturalmente essere grati per le grazie dell’Anno Ignaziano”, sottolinea il preposito generale, evidenziando che “quelle palle di cannone che ci hanno colpiti, come è successo a Ignazio, permettendoci un nuovo discernimento, quando ci siamo resi conto della nostra vulnerabilità e della nostra totale dipendenza da Dio. È la nostra vera povertà, un tema che ho sottolineato durante l’anno e sul quale tutti voi avete riflettuto. Tutte queste e altre ancora… sono grazie”. “Naturalmente, ci sono stati anche momenti difficili”, riconosce p. Sosa, ricordando che “siamo un mondo che vive con la guerra. Siamo gente fratturata dal tribalismo e dalla sfiducia. Abbiamo vissuto vedendo crescere il divario tra i più ricchi e i più poveri in un modo inimmaginabile. Abbiamo visto il nostro pianeta cambiare sotto i nostri occhi, spesso in modo violento e con conseguenze mortali…”. “Eppure – ammonisce – crediamo che in quelle tenebre risplenda la luce di Gesù”. “Una luce che non può essere vinta”, aggiunge il preposito generale: “A chi dice che le tenebre hanno vinto, Dio risponde mandando un bambino piccolo, indifeso, bisognoso. Accogliendolo nel nostro cuore e nella nostra vita, Dio dimostra che si sbagliano. Le nostre azioni diventano speranza”. Sosa invita: “Fratelli e sorelle, pregate con me affinché possiamo diventare migliori nel non ascoltare i profeti di sventura. Pregate con me affinché possiamo diventare una grazia per gli altri. Pregate con me perché lo spirito del Signore inizi in noi una conversione che ci porti più vicini a Gesù – più vicini al mondo che desideriamo nella speranza. Questo è il momento”.
0 commenti