“L’indifferenza è la malattia più brutta che possiamo avere: diventare indifferenti, asettici ai problemi degli altri, come i due ecclesiastici passati davanti al povero uomo ferito dai ladri. Guardare e non voler vedere”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, ricevendo in udienza i responsabili del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica della Conferenza episcopale italiana.
”Corresponsabilità e partecipazione”, ha sottolineato il Pontefice, sono le due parole-chiave dell’attuale sistema di sostegno economico alla Chiesa in Italia, “che voi chiamate sovvenire”. “Anche in questo tratto di storia nazionale, dalla revisione del Concordato fino a oggi, parecchie cose sono mutate”, l’analisi del Papa: “Eppure, queste due parole – corresponsabilità e partecipazione – mantengono tutta la loro forza e la loro attualità, anzi aiutano a costruire una Chiesa più solidale e più unita”.
“Nella Chiesa nessuno dev’essere solo spettatore o, peggio ancora, ai margini; ciascuno deve sentirsi parte attiva di un’unica grande famiglia”, l’invito di Francesco, secondo il quale “la corresponsabilità è il contrario dell’indifferenza, come pure del ‘si salvi chi può’; è l’antidoto contro ogni forma di discriminazione, contro la tendenza a voler primeggiare a tutti i costi, a guardare solo a sé stessi e non a chi ci sta accanto. I cristiani si sorreggono a vicenda, chi è più forte sostiene chi è più debole, almeno dovrebbe essere così: questo significa amare, essere comunità e condividere ciò che si ha, anche i beni materiali e il denaro, perché a nessuno manchi il giusto sostentamento”.
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