“La pace senza giustizia non è una vera pace, non ha solide fondamenta né possibilità di futuro”. Ne è convinto Papa Francesco, che oggi ha presieduto l’inaugurazione del 94° Anno giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano alla presenza del presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, del promotore di giustizia Alessandro Diddi, dei magistrati dei rispettivi uffici, del ministro italiano della Giustizia Carlo Nordio e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Dopo “la terribile prova della pandemia, con il suo seguito pesante di lutti e di crisi”, lo scoppio del conflitto in Ucraina “e la sua tragica evoluzione – ha osservato il Papa – hanno fatto ripiombare il mondo intero in una crisi profonda, aggravata dai molteplici focolai di guerra che continuano a divampare anche in altre nazioni. In effetti, ci sono guerre che a volte toccano più da vicino, ma la realtà è che i conflitti nel mondo sono tanti, e sono una sorta di autodistruzione”. Di fronte a questi scenari, “cresce in noi l’anelito alla pace e alla giustizia” e i cristiani “sono chiamati per definizione a essere coscienza di pace del mondo”. Ogni impegno per la pace, ha tuttavia ammonito il Pontefice, “implica e richiede l’impegno per la giustizia. La pace senza giustizia non è una vera pace, non ha solide fondamenta né possibilità di futuro. E la giustizia non è un’astrazione o un’utopia”, bensì “l’adempimento onesto e fedele di ogni dovere verso Dio, è compiere la sua volontà. Non è solo il frutto di un insieme di regole da applicare con perizia tecnica, ma è la virtù per cui diamo a ciascuno ciò che gli spetta, indispensabile per il corretto funzionamento di ogni ambito della vita comune e perché ognuno possa condurre una vita serena”.
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