“La Laudato si’, quando è uscita nel 2015, ha colpito perché sembrava toccare un tema che non facesse parte della Dottrina sociale della Chiesa. In realtà, nel giro di pochi mesi, ci siamo resi conto che quell’enciclica andava a colpire uno dei grandi temi della storia del nostro tempo, soprattutto per quella categoria di ecologia integrale che è fondamentale, cioè la capacità di capire le connessioni”. Lo ha evidenziato, stamattina, don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, intervenendo on line alla presentazione, in conferenza stampa, del Convegno nazionale promosso dalla Conferenza episcopale italiana (Commissioni per il servizio della carità e della salute e per i problemi sociali e del lavoro, la giustizia e la pace) dal titolo “Era cosa molto buona – Custodire le nostre terre: salute, ambiente, lavoro”, che si terrà sabato 4 marzo a Vicenza. “Oggi non è possibile affrontare il tema del lavoro, della vita sociale delle persone, senza metterlo in correlazione con altri temi, come quello dell’ambiente, della salute – ha osservato il direttore dell’Ufficio Cei -. Vediamo le connessioni ordinariamente: la crisi climatica ha un impatto sulla disponibilità dell’acqua, che, a sua volta, ha un impatto sulla vita delle persone, sulla possibilità di garantire acqua potabile a tutti. La correlazione tra questi temi tra loro è quello che la Laudato si’ ci ha consegnato e che diventa non solo un’analisi, ma anche un metodo per affrontare i problemi”. L’obiettivo del Convegno nazionale Cei di sabato, ha concluso don Bignami, “è proprio questo: far comprendere che i temi non li dobbiamo solo analizzare sotto diverse sfaccettature e insieme, ma anche insieme trovare soluzioni e quell’equilibrio che permette di tenere insieme i tanti aspetti. Questa è una sollecitazione importante che proviene dal Magistero sociale della Laudato si’ ed è in questo solco che noi attualmente camminiamo”.

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