DIOCESI – “Attraverso l’8xMille ogni cittadino credente o non credente può sostenere il clero, la manutenzione dei beni necessari per il culto della religione cristiana e la carità verso i più deboli e più fragili della società. Noi, come cristiani, abbiamo il dovere non certamente di imporre o chiedere con arroganza, bensì di guidare la libertà delle persone attraverso la conoscenza. Dobbiamo divulgare, far sapere a tutti che basta solo una firma per poter donare tanto alla Chiesa Cattolica, che basta un gesto semplice e gratuito per fare molto”. – È con queste parole che il vescovo Carlo Bresciani ha introdotto l’incontro avvenuto presso la Curia in San Benedetto del Tronto, con il dott. Stefano Maria Gasseri, dell’Ufficio Nazionale del Sovvenire, il Servizio della Conferenza Episcopale Italiana che si occupa della Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa Cattolica. Presenti per l’occasione il responsabile diocesano del Sovvenire, il dott. Simone Incicco, circa 20 referenti tra quelli vicariali e quelli parrocchiali.
“La scelta dell’8xMille – ha proseguito Bresciani – ha a che fare con l’aspetto democratico dello Stato: Esso, infatti, ci concede la libertà di scegliere e noi cristiani cerchiamo di sostenere questa scelta, cercando di far capire a tutti che ogni firma ha un valore notevole, perché, esprimendoci a favore dell’8xMille, aiutiamo tutta la Chiesa Cattolica, quindi anche il nostro prete, la nostra parrocchia, i nostri poveri”.

A seguire è intervenuto il responsabile diocesano del Sovvenire Incicco il quale, dopo aver salutato e ringraziato tutti i referenti del sovvenire, ha dichiarato: “Ogni firma ha un valore importante. La Chiesa svolge un grande servizio alle comunità e, grazie alla Chiesa, lo Stato risparmia tantissimo. Il rapporto è di circa 1 a 10: tradotto significa che, se non ci fosse l’8xMille, lo Stato avrebbe bisogno di spendere 10€ per ogni euro dato alla Chiesa Cattolica. Questo succede perché lo Stato, per prendersi cura dei più fragili, dovrebbe caricarsi di costi importanti per retribuire tutte le varie figure professionali di cui si verrebbe ad avere necessità. Noi cristiani, invece, aiutiamo il prossimo non per scopo di lucro, ma perché nell’altro vediamo il volto di Gesù”.

È arrivato poi il momento del dottor Gasseri dell’Ufficio Nazionale del Sovvenire il quale ha prima di tutto ricordato la sua ultima visita a San Benedetto avvenuta quindici anni fa, quando Mons. Gervasio Gestori era vescovo delegato del Sovvenire. Gasseri ha poi affermato: “Il Concilio Vaticano II ha parlato in maniera chiara di quanto sia importante il bene comune. Per raggiungerlo c’è bisogno di condivisione. La Chiesa, infatti, vive nella storia, sta in un tempo preciso ed in uno spazio preciso ed ha quindi dei bisogni, delle necessità che vanno sostenute. L’aiuto che viene dato, però, deve avere una destinazione precisa. Tre, infatti, sono gli scopi a cui l’8xMille può essere destinato: il sostentamento del clero, il culto, la carità. Molti credono erroneamente che tutte le somme provenienti dall’8xMille vengano utilizzate per il sostentamento del clero. Invece non è così: ai sacerdoti viene certamente dato un aiuto, ma non il principale. La Chiesa, infatti, svolge un’attività sociale importantissima che lo Stato le riconosce. La pandemia in particolare ne è stata un’occasione di conferma. Grazie all’8xMille molte parrocchie e diocesi hanno ricevuto un aiuto consistente. Alla vostra Caritas Diocesana, ad esempio, sono stati dati 330.000 euro che hanno permesso di aiutare concretamente gli indigenti delle vostre comunità. Per quanto riguarda i sacerdoti, invece, tutti, a prescindere dalla parrocchia in cui si trovano e dal ruolo di parroco o viceparroco, possono contare su una base di circa 1.000 euro al mese. La Chiesa poi è riuscita negli anni a fare molti progetti che hanno permesso la costruzione o la ristrutturazione di numerosi edifici. In definitiva possiamo dire che l’8xMille conferma il fatto che, quando c’è un problema, l’unica economia che funziona è l’economia di condivisione. Questo significa che tutti dobbiamo essere responsabili, anzi corresponsabili. La Chiesa non è un’agenzia di servizi religiosi per andare a richiedere Messe o Sacramenti a pagamento! Siamo giunti ad un punto decisivo: se le parrocchie non recuperano il rapporto con i fedeli e si accontentano di trovare a Messa le solite 7/8 bigotte, le chiese rimarranno vuote e le parrocchie saranno destinate a morire. Solo se si recupererà il rapporto con il territorio e il senso di comunità, allora ci sarà una pesca fruttuosa, non solo per l’8xMille, bensì anche per le parrocchie. I principi che regolano ogni aspetto della Chiesa – quindi anche quello economico – sono quattro: comunione, partecipazione, perequazione, corresponsabilità“.

L’incontro si è concluso con le parole del vescovo Bresciani il quale ha affermato: “Non possiamo delegare tutto al parroco. L’8xMille, infatti, è un’opera della comunità per la comunità. Ecco in cosa consiste la corresponsabilità: certi messaggi non possono essere veicolati in Chiesa durante la Messa, bensì devono muoversi attraverso tutta la comunità. In questo senso non solo il sacerdote o il referente parrocchiale del Sovvenire, ma anche il Ministro Straordinario della Comunione, i catechisti, i cantori, i lettori, chiunque partecipi in maniera attiva alla vita parrocchiale, può farsi portavoce di questo importante messaggio”.

 

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