“La sapienza è la bussola nei percorsi della vita: ‘Ella infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie azioni. Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza’ (Sap 9,11.18). Non è una teoria, ma una prassi: ha a che vedere con le decisioni da prendere”. Lo ha detto don Dionisio Candido, responsabile del Settore dell’apostolato biblico dell’Ufficio catechistico nazionale, aprendo i lavori dell’Assemblea nazionale dei referenti diocesani del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, in corso fino a domani a Roma. Nella sua introduzione spirituale sulla fase sapienziale don Candido ha sottolineato che “la sapienza salva, perché illustra la volontà di Dio sulle cose e consente a ciascuno di essere se stesso, libero dai condizionamenti esterni ed interiori e quindi lo rende capace di decidersi e di decidere per il bene”. Allo stesso tempo la sapienza “serve a raddrizzare i sentieri della vita, che talora sono tortuosi o rendiamo tortuosi” e pertanto va “chiesta in dono” perché “per apprendere la sapienza biblica bisogna avere l’umiltà di assumere un pensiero superiore, quello di Dio. Nessuno può generarla da sé: c’è sempre bisogno di un altro”. Richiamando poi la cosiddetta “preghiera di Salomone”, don Candido ha rimarcato come “la sapienza si ottiene soltanto chiedendola a colui che solo può condividerla: a Dio”. “Se vuoi essere sapiente – ha concluso -, prega per ottenerla”.

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