Cristiani perseguitati (Foto: Acs)

Maria Joseph e Janada Markus, giovani cristiane nigeriane vittime di Boko Haram, in Italia su iniziativa di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), hanno terminato oggi i tre giorni di incontri con rappresentanti religiosi e civili con un meeting nella sede della Delegazione dell’Unione Europea presso la Santa Sede, l’Ordine di Malta, le Organizzazioni delle Nazioni Unite a Roma e la Repubblica di San Marino. Lo riferisce in una nota la stessa Fondazione pontificia. Le due testimoni, accompagnate da Sandra Sarti e Alessandro Monteduro, rispettivamente presidente e direttore di Acs Italia, hanno offerto la loro drammatica testimonianza ad Alexandra Valkenburg, Ambasciatore Capo Delegazione dell’Ue presso la Santa Sede, e ad altri 17 rappresentanti diplomatici.

Il racconto delle strazianti storie delle due ragazze ha gettato luce sulle sofferenze dell’intera comunità cristiana nigeriana, minacciata da persecuzione di matrice religiosa e criminalità diffusa, e ha suscitato emozione e commozione nei presenti. Don Joseph Fidelis Bature, sacerdote nigeriano e direttore del Trauma Center di Maiduguri, ha sottolineato la necessità di agire su tre direttrici: prevenzione, attraverso l’advocacy e la sensibilizzazione dei governi nazionali; reazione, attraverso la soddisfazione dei bisogni primari delle vittime grazie alla sinergia fra rappresentanze diplomatiche, organizzazioni caritative e Ong; emancipazione, attraverso l’istruzione e la formazione delle vittime, anzitutto delle giovani donne. I rappresentanti diplomatici presenti hanno concordemente espresso la volontà di riferire ai rispettivi governi quanto appreso nel corso dell’incontro, al fine di fornire una risposta appropriata al dramma descritto da Maria e Janada in rappresentanza di tante loro coetanee.

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