Di Paolo Morocutti
“Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1, 29). Queste parole possono riferirsi all’agnello pasquale il cui sangue ha salvato Israele (Esodo), o all’agnello apocalittico che avrebbe distrutto il male del mondo (Apocalisse).
Nel linguaggio degli ebrei, la stessa parola veniva usata per indicare il servo e l’agnello. Gesù è il Servo di Dio, annunciato dai profeti, colui che si sarebbe sacrificato per i suoi fratelli. Gesù appare nella storia dopo Giovanni, ma essendo il Verbo di Dio, esisteva prima di tutti; e sta anche davanti a tutti, come colui che porta la verità ultima. Gesù è diventato l’Agnello Pasquale. Questo dono avrebbe guadagnato per tutta l’umanità la promessa di salvezza eterna.
L’agnello pasquale dell’Antico Testamento è sostituito dall’Agnello di Dio, Gesù, che è diventato l’Agnello pasquale per tutti i cristiani. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 608 leggiamo: “Giovanni Battista manifesta così che Gesù è insieme il Servo sofferente che si lascia condurre in silenzio al macello e porta il peccato delle moltitudini e l’Agnello pasquale simbolo della redenzione di Israele al tempo della prima Pasqua. Tutta la vita di Cristo esprime la sua missione: servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. La Chiesa, docile ai precetti del suo Signore, ha trasformato la Pasqua da commemorazione della liberazione degli israeliti da parte di Dio a una celebrazione della morte e Risurrezione di Gesù Cristo e della liberazione dell’umanità dalla schiavitù del peccato. La promessa di Dio di redenzione è disponibile non solo per un popolo, ma per il mondo intero. San Tommaso nella Somma afferma: “Senza la passione di Cristo non ci poté mai essere salvezza, in conformità alle parole di S. Paolo: “Dio ha prestabilito Cristo quale mezzo di propiziazione per la fede nel suo sangue”. Era quindi necessario che in ogni tempo presso gli uomini qualche cosa rappresentasse la passione del Signore. Di essa nel Vecchio Testamento il simbolo principale era l’agnello pasquale [..] nel Nuovo Testamento doveva subentrare ad esso il sacramento dell’Eucarestia, che è commemorativo della passione avvenuta, come l’agnello pasquale era prefigurativo della passione futura, l’agnello pasquale va considerato come la figura principale dell’Eucarestia”. Iniziata alla vigilia dell’oscura desolazione del Calvario, l’Eucaristia, istituita nell’Ultima Cena è un mistero di luce gioiosa. L’Agnello di Dio è un appello diretto e autorevole per tutti i credenti: se Cristo ha dato sé stesso per redimere gli uomini chi lo segue deve essere, come lui, un uomo di fede, portatore di salvezza.
La Chiesa, nel corso dei secoli, ha considerato, e continua a considerare, questo titolo cristologico talmente eminente che è passato nella liturgia e vi occupa un posto speciale. Ogni battezzato diventa figlio di Dio e partecipa al sacerdozio di Gesù Cristo. Di conseguenza, ogni cristiano deve offrirsi per cooperare alla redenzione del mondo. Nell’Esortazione Apostolica “Sacramentum caritatis” Papa Benedetto XVI afferma: “Gesù è il vero agnello pasquale che ha offerto spontaneamente se stesso in sacrificio per noi, realizzando così la nuova ed eterna alleanza. L’Eucaristia contiene in sé questa radicale novità, che si ripropone a noi in ogni celebrazione”.
Roberto
Padre mi devi spiegare sulla croce Gesù disse al ladrone che il giorno stesso starai con me in paradiso poi nel credo si dice che discese agli inferi e poi il giorno di Pasqua è resuscitato. Ma Gesù quando è andato in paradiso e il ladrone quando ci è andato in paradiso? Grazie della Risposta