Francesca Cipolloni
I sorrisi dei più piccoli, le mani alzate in segno di lode, l’emozione di poter rivivere, dopo gli anni bui del Covid, la bellezza del ritorno alle origini del Movimento. Così il popolo del Rinnovamento nello Spirito Santo, dal 22 al 25 aprile, alla Fiera di Rimini, con circa 7mila presenze e uno straordinario servizio reso dai volontari, ha vissuto la 45^ Convocazione Nazionale, arricchita da ospiti di rilievo, segnata da uno storico passaggio di consegne, ma caratterizzata, soprattutto, dal “pilastro” autentico che anima da sempre questa corrente di grazia: la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio, segno fondante delle realtà dei circa 1700 Cenacoli, Gruppi e Comunità presenti in ogni parte d’Italia e anche all’estero. Un cammino sempre più impegnato nella Chiesa sinodale, una “storia d’amore”, quella del RnS, lunga oltre cinquant’anni, che a margine dell’evento oggi si racconta attraverso la voce del nuovo Presidente nazionale, Giuseppe Contaldo, tracciando un bilancio dell’evento e guardando alle prospettive future, a partire dai giovani.
È stata la prima Convocazione Nazionale da Presidente del RnS. Un ritorno “eccezionale” a Rimini, tre anni dopo le privazioni imposte dalla pandemia, secondo la formula tradizionale in presenza. La domanda è d’obbligo: con quali sentimenti ha vissuto queste giornate?
L’essere ritornati in presenza, soprattutto in un luogo storico come la Fiera che ha sempre ospitato e visto sorgere il Rinnovamento nello Spirito Santo e su cui, per ben quarantacinque anni, questa esperienza comunitaria si è focalizzata, suscita un sentimento di vera gratitudine al Signore. Con circa 7mila partecipanti, abbiamo vissuto una Convocazione, sotto l’aspetto spirituale, fortemente carismatica, segnata da tempi di preghiera straordinari e di meditazioni eccezionali, con relatori che ci hanno fatto ascoltare la Parola di Dio in un atteggiamento davvero profetico, proiettandoci, in comunione, nel pensiero della Chiesa, a conferma dell’unione del Rinnovamento con la Conferenza Episcopale Italiana. Abbiamo potuto godere della partecipazione di ospiti autorevoli, vedi, tra gli altri, mons. Josè Manuel Garza Madero, vescovo ausiliare di Monterrey, che ha fatto emergere l’autentica dimensione carismatica della fede, capace di animare le opere nella vita di ciascuno di noi. Così come il card. Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, ci ha mostrato la bellezza di una Chiesa realmente missionaria ed evangelizzatrice.
“Vogliamo vedere Gesù!” (Gv 12, 21): è Lui che passa beneficando e risanando” (At 10, 38). Il tema che ha guidato l’evento ci invita a riflettere sullo “sguardo” con cui continuare, come corrente di grazia, un cammino nel segno della sinodalità, come ha ricordato anche il cardinale Mario Grech che ha celebrato l’Eucaristia conclusiva…
Devo dire che la presenza del card. Grech è stata particolarmente significativa, essendo il segretario generale del Sinodo un uomo di grande comunione e di apertura all’azione dello Spirito, dando un certo impulso alla forza del laicato. Da parte sua, abbiamo percepito l’attenzione di una Chiesa che invita questo stesso laicato a servire e anche una chiamata per ciascuno di noi, secondo diversi carismi, talenti e capacità, a collaborare nel bene e per la causa del Regno. Questa sinodalità rappresenta, di fatto, la bellezza di un annuncio che è rivolto a tutti, non solo ad alcune élite: è ciò che lo stesso Papa Francesco ci invita a fare. Se siamo aperti a una dinamica di ascolto e di cammino condiviso, allora costruiremo insieme una società più bella, una Chiesa più bella. Una vera “civiltà dell’amore”, come ebbe a definirla san Paolo VI.
Nel corso della quattro giorni, anche attraverso le liturgie penitenziali e il Roveto ardente, si sono vissuti momenti di intensa spiritualità ed è stata inoltre condivisa la Preghiera ecumenica per la pace nel mondo, alla luce dei conflitti che insanguinano i popoli, la terra ucraina in primis. Quale segnale è stato lanciato dal palco?
Queste quattro giornate, realizzate grazie anche al servizio insostituibile reso dai tanti volontari, hanno concretamente testimoniato la ripresa della spiritualità carismatica che appartiene alla vita dei Cenacoli, Gruppi e Comunità del RnS. In primo luogo, attraverso la Preghiera comunitaria, che ha inaugurato ogni sessione del mattino, a cui si è aggiunta poi l’esperienza portante del Roveto: un’esperienza che, anche quest’anno, ha toccato gli animi di tutti. A significare la nostra spiritualità è stata poi la liturgia penitenziale, anch’essa tipica delle nostre realtà sul territorio, con la presenza di numerosissimi sacerdoti che hanno affiancato il Sacramento della riconciliazione. Attraverso questi momenti di spiritualità pura, che segnavano l’inizio del cammino dei nostri Gruppi, abbiamo potuto attingere nuovamente alle “sorgenti” del Rinnovamento nello Spirito. Ad aggiungersi a tutto ciò, la Preghiera per la pace nel mondo, richiamando l’invito del Santo Padre ad un ecumenismo spirituale. Unendo più espressioni della fede, abbiamo dunque espresso un grido di pace in questo tempo in cui l’umanità si affaccia al mondo ferita non solo dal conflitto in Ucraina, ma anche da tanti altri focolai di guerra. Dal palco, insieme, è stato lanciato un messaggio chiaro: se si prega intensamente per la pace, essa può arrivare per davvero al cuore degli uomini.
Alla presenza del Presidente della CEI, card. Matteo Zuppi, è avvenuto inoltre il passaggio di consegne ufficiale dal Comitato Nazionale di Servizio uscente al nuovo. Quali prospettive e impegni attendono la vita del Rinnovamento nei mesi a venire?
Domenica 23 aprile abbiamo condiviso un passaggio storico. C’è una responsabilità che ora interpella gli Organismi di servizio non solo a livello nazionale, ma nei livelli locali: a breve, infatti, dopo i Consigli regionali sono previsti i rinnovi dei Coordinatori nelle regioni e nelle diocesi italiane. Il 17 e 18 giugno, inoltre, a Roma è in programma l’insediamento del nuovo Consiglio Nazionale del RnS. L’attenzione pastorale sarà notevole e vorremmo sentirci accompagnati dalla Chiesa. Anche i Cenacoli, Gruppi e Comunità, in autunno, rinnoveranno poi i propri Pastorali di servizio: il “fulcro” del Rinnovamento, ricordiamolo, è proprio lì dove, prima di tutto, si manifesta Cristo. Nel frattempo, ci attende un’estate densa di appuntamenti formativi e di eventi comunitari coinvolgenti.
Un’ultima battuta sui bambini e i giovani, anche loro “protagonisti” alla 45^ Convocazione nei Meeting a loro dedicati, all’Adorazione eucaristica e nel servizio. Il Rinnovamento punta sulle future generazioni?
Ho fortemente desiderato incontrare i piccoli, gli adolescenti e la gioventù convenuti a Rimini, e mi sono sentito accolto dalla loro semplicità disarmante e da un amore indescrivibile. Ho avuto inoltre modo di “incrociare” lo sguardo dei ragazzi, constatando che è bellissimo il loro desiderio di mettersi al servizio di Dio, della Chiesa, dell’uomo. Un pensiero anche al “Gruppo Alpha”, che predispone tutto ciò che occorre per allestire le celebrazioni previste dal programma: ho trovato giovani incredibili, “portatori di Gesù” che preparano la via prima che il Signore arrivi. Questa Chiesa giovane, che è nella mani di Dio, se posta in un’ottica di impegno e di fraternità, ci donerà generazioni speciali in grado di proseguire questa storia d’amore che è il Rinnovamento nello Spirito.
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