“Con l’avvicendamento alla direzione di Avvenire si apre oggi una nuova pagina per il nostro giornale, nel segno del permanente respiro ecclesiale di un quotidiano che da questo radicamento continua a trarre slancio, motivazione e freschezza”. Lo scrive, sullo stesso quotidiano, mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari, segretario generale della Cei e presidente del CdA della Fondazione di religione “Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena”.
Anzitutto “la riconoscenza va a Marco Tarquinio per aver diretto Avvenire con passione, saggezza e lungimiranza negli ultimi quattordici anni. È stata una delle direzioni più longeve, segno di fiducia reciproca e di garanzia, che ha visto l’ascesa di Avvenire nel panorama della stampa quotidiana. A raccoglierne il testimone è Marco Girardo, al quale va la gratitudine per aver accettato questo delicato incarico con l’adesione convinta a un progetto che sfugge alle logiche individualiste e personali, per essere invece espressione di affidamento che nasce dal discernimento e dalla professionalità”.
La stagione che prende avvio per Avvenire è segnata da tre parole chiave, secondo il segretario della Cei: “La prima è ‘comunione’, cifra costitutiva del nostro agire e dei nostri rapporti personali e comunitari. Nel suo trasparente rimando alla ‘comunicazione’ va letto il rapporto di Avvenire con la comunità ecclesiale, un legame di responsabilità che porta nelle pagine del quotidiano la vita dei nostri territori, garanzia di ricchezza e originalità dell’informazione. Il nostro è un giornale di comunità e di prossimità. E su questa strada deve continuare il suo percorso, per rispondere al mandato di Papa Francesco: ‘Nessuno detti la vostra agenda, tranne i poveri, gli ultimi, i sofferenti’”.
La seconda parola è “agorà”, “non a caso nome dell’apprezzata sezione culturale, parola che evoca la piazza della vita mediatica dove si sviluppa il dibattito sociale, culturale e politico, nel rispetto delle opinioni di tutti. In un tempo di contrapposizioni, Avvenire può portare alla Chiesa e al Paese la bellezza di un confronto che assume i caratteri della polifonia”.
Infine, il binomio “innovazione e creatività”, “un impegno che non è più un’opzione ma una necessità per cogliere il cambiamento in corso, diventandone protagonisti. Occorre favorire lo sviluppo digitale del giornale per intercettare nuovi lettori, mantenendo il posizionamento e l’autorevolezza raggiunti”.
“Parole per un tempo nuovo, che con un’espressione di ispirazione montiniana spingono oggi convintamente a dire: ‘Diamo avvenire all’Avvenire’!”, conclude mons. Baturi.
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