SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle varie Scuole Superiori della nostra Diocesi attraverso il racconto dei Rappresentanti di Istituto.
Incontriamo oggi Lia Bucci, Aurora Maria Fantone e Vittoria Marconi del Liceo CLassico Giacomo Leopardi di San Benedetto del Tronto.

Siete quasi a fine mandato. Qual è il bilancio relativo a questo anno scolastico?
Vittoria: Per me il bilancio è più che positivo. La scelta di ricandidarmi quest’anno è nata da una semplice domanda che mi sono posta durante la scorsa estate, dopo la prima esperienza da rappresentante d’Istituto: “ Che cosa è stato per me rappresentare il corpo studenti della mia scuola?”. La risposta che mi sono data non è stata soltanto: “È stata una bella esperienza!”. Mi sono resa conto che, per me, quell’esperienza aveva avuto un significato più profondo. Sono stata d’aiuto a molti altri studenti, mi sono misurata in contesti ed episodi nuovi, imprevisti, ho vissuto momenti costruttivi e anche divertenti. Essendo questo il mio ultimo anno al Liceo, vorrei lasciare a chi verrà dopo di me una Scuola meglio organizzata, più completa, più ricca di idee e di entusiasmo. Mi pare, grazie anche alla collaborazione delle mie colleghe ed amiche, di esserci riuscita!
Aurora: Anch’io ho scelto di ricandidarmi per l’infinito amore che provo nei confronti del nostro Istituto. Il Liceo Classico “ G. Leopardi” mi ha dato davvero molto e ha formato la mia persona a 360 gradi. Una componente fondamentale del mio percorso sono state le interazioni con i vari studenti, spesso favorite dai vari progetti extrascolastici e dai rappresentati d’Istituto. L’anno scorso è stato il mio turno di mettermi in gioco e ho svolto il mio incarico in un momento particolare, appena usciti dalla pandemia. Insieme agli altri, ho cercato di favorire il più possibile un ritorno a quel clima familiare a noi tanto caro. Quest’anno ho scelto di continuare sulla stessa strada cercando di lasciare qualcosa, un sogno o forse la nostra realtà a chi verrà dopo: una scuola viva che sia nostra in ogni suo aspetto. Come ha ben detto Vittoria, mi pare che ci siamo riuscite.
Lia: Anche per me il bilancio è positivo. Fin dal primo superiore ho sempre sentito di voler fare qualcosa per gli studenti, qualcosa di concreto. Questa scuola mi ha donato tanto, è diversa da tutte le altre! Anche i nuovi arrivati del primo ormai se ne saranno accorti. Questa è una scuola seria, dura, un tempio di conoscenza, una palestra di vita. Ma non è sempre stato solo e soltanto questo: Notte dei Licei, gite, settimana bianca, assemblee d’Istituto e tanto altro. Purtroppo tutto questo, con l’avvento del Covid-19, è venuto meno. Dunque mi sono detta: “È il momento di fare qualcosa: ho tante proposte e tanta voglia di mettermi in gioco, perché non tentare?”. Insieme a Vittoria ed Aurora, allora, ho fatto questa scelta. Una scelta nata dal nostro comune desiderio di mettere in primo piano i bisogni di tutti gli studenti! Spero proprio che ci siamo riuscite!

Quale, tra i progetti che avete realizzato a Scuola, vi è piaciuto particolarmente?
Vittoria: I progetti che abbiamo deciso di proporre quest’anno sono numerosi, ma quello che io ho preferito è stato il giornalino scolastico che non è – come si potrebbe pensare – il classico notiziario contenente il resoconto di ciò che succede all’intenro dell’Istituto. Al contrario, essendo redatto e scritto dagli studenti stessi, il nostro giornale contiene moltissimi articoli originali, giochi e rebus da risolvere.
Lia: È difficile scegliere tra i numerosi progetti che la nostra Scuola offre a tutti noi studenti. Se, però, devo proprio sceglierne uno in particolare, sento di dover parlare di un nuovo progetto: il “peertutoring”. Si tratta di un progetto nato per promuovere la collaborazione tra gli studenti, l’aiuto e il confronto, che sono fondamentali nell’ambiente scolastico, per far crescere noi studenti sia dal punto di vista scolastico sia sul piano umano. Grazie a questo progetto, gli studenti del terzo e del quarto anno aiutano quelli del biennio in alcune materie particolarmente ostiche: latino, greco e matematica.
Aurora: Tra le Scuole del territorio, il nostro Liceo Classico è sicuramente tra le più avanti nell’offrire agli studenti una vasta scelta di attività extracurricolari, che spaziano dai tornei sportivi interni ed esterni, a varie attività culturali tra cui i progetti teatro, segno distintivo del nostro Istituto. Quest’anno in particolare ne sono attivi ben due, il primo che vede coinvolti i ragazzi del quarto anno nel preparare una tragedia da mettere in scena non solo “in patria”, ma anche in Sicilia; il secondo che coinvolge i ragazzi del secondo, del terzo e del quinto anno. In quest’ultimo sono coinvolta in prima persona e a mio parere è un esempio di sinergia tra i vari studenti, che lavorano fianco a fianco, indipendentemente dalla loro età, per realizzare un prodotto totalmente nostro, dalla drammaturgia, passando per la regia e giungendo alle coreografie, sperando di riuscire a trasmettere tutto il nostro impegno a chi verrà a vederci il 22 Maggio al Teatro delle Energie di Grottammare.
Come rappresentanti ci sta molto a cuore il favorire le interazioni con l’esterno, cercando di cogliere il maggior numero possibile di spunti provenienti dall’esterno, magari invitando vari esperti o associazioni a tenere incontri durante le nostre assemblee. Quest’anno abbiamo ospitato varie figure, sia mediche che legali, per trattare il tema della violenza sulle donne; altri incontri sono stati destinati ad approfondimenti letterari; altri ancora hanno coinvolto associazioni locali, che hanno portato la loro realtà all’interno della nostra scuola. Per citare un esempio tra tanti, all’assemblea del 24 Aprile, l’intervento esterno è stato a cura dell’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani Italiani). Il convegno, di carattere storico, è stata un’occasione per confrontarci su una ricorrenza attuale e su vicende che hanno segnato la nostra storia.

Qual è la fragilità maggiore che riscontrate tra i vostri coetanei?
Lia: Il periodo difficile della pandemia ci ha reso parecchio fragili e relazionarci è diventato molto difficile. Anche solo il semplice saluto, a qualcuno può risultare complicato: spesso capita di incontrare una persona che si conosce di vista, ma si preferisce evitare di salutarla pensando che magari neanche si ricordi di noi. Succede a molti di sentirsi così e questo non agevola certamente la socializzazione. Se per un saluto ci facciamo così tanti problemi, figuriamoci cosa avviene per le confidenze! Un dialogo vero e profondo con un coetaneo è un fatto veramente raro. Credo che questo sia il problema principale che stiamo affrontando noi giovani e che ci limita in tante situazioni. Nell’epoca dei social abbiamo una difficoltà oggettiva a comunicare tra di noi. Mi capita spesso di stare in una stanza piena di persone, in cui nessuno parla con nessuno, ma tutti hanno il cellulare in mano. Mia madre mi ha spronato a condividere i miei pensieri senza uno schermo di mezzo, ma devo dire che faccio parte di una minoranza: in genere, la maggior parte dei miei coetanei, è schiava della tecnologia.
Aurora: Le fragilità della nostra generazione sono un tema molto complesso. Se dovessi dire qualcosa che ho notato negli ultimi anni è la tendenza dei ragazzi a richiudersi in se stessi. All’apparenza i “nuovi liceali” sembrano molto più sfrontati di quelli di qualche anno fa, molto più sicuri di sé, ma in realtà, presi singolarmente, a livello interiore c’è un profondo terrore dell’esterno e una tensione a nascondersi, celarsi, scomparire nel mucchio.
Vittoria: Credo che molti adulti sottovalutino la difficoltà del periodo appena trascorso. Gli ultimi tre anni di vita, caratterizzati dalla pandemia, hanno avuto conseguenze gravissime sulla Scuola e soprattutto su noi ragazzi. Io stessa ho avuto grandi difficoltà nel tornare a Scuola in presenza. Una delle battaglie principali che noi ragazzi oggi dobbiamo combattere è dunque l’ansia, l’ansia di non farcela, di non sapere cosa aspettarci, di non avere certezze. Un’ansia per un futuro fumoso che non ci fa vivere bene neanche il presente. Ritengo che la salute mentale sia un problema troppo poco discusso, soprattutto dopo un periodo così difficile come quello della pandemia. Bisogna, perciò, portare alla luce questo disagio per lavorare su come combatterlo e per rendere la Scuola un ambiente sicuro e alla portata di tutti.

Cosa riconoscete come valore?
Aurora: Rispetto, cooperazione e intraprendenza. Se dovessi scegliere la mia triade di valori come rappresentate direi certamente questa. Il rispetto prima di tutto, poiché è il principio cardine su cui si fonda una società degna di tale nome e nel nostro piccolo è ciò che ci permette di rendere un ambiente scolastico un “locus amoenus”. Rispetto a 360 gradi, verso docenti, collaboratori e studenti, ma soprattutto verso le esigenze di tutti.
Da sé viene la cooperazione, la cui importanza si racchiude facilmente nel detto “quattro teste sono meglio di una”, poiché se una mente è una fucina di idee, più menti sono un impero.
Per concludere, l’intraprendenza, poiché la ritengo una delle caratteristiche fondamentali per una buona leadership. Essere sempre pronti e riuscire ad aggiungere quel quid in più è ciò che serve per aiutare più studenti possibili e soddisfare i vari bisogni.
Vittoria: Per me hanno valore le relazioni umane, intese come connessioni autentiche. Capita spesso di incontrare persone piene di sè stesse, che lasciano poco spazio agli altri e che vivono i rapporti con le altre persone con una certa dose di superficialità e di egoismo: simulano e dissimulano, pur di ottenere il massimo da chi sta loro intorno. Ha tutta la mia stima, al contrario, chi riesce a spendere qualche minuto per gli altri, a dire una parola di cortesia o a compiere un gesto di gentilezza, senza ricevere un tornaconto personale.
Ha, inoltre, valore per me anche la forza d’animo, ovvero la caparbietà e l’energia con le quali si riescono a raggiungere piccoli traguardi, nonostante gli ostacoli che la vita a volte mette sulla nostra strada.
Lia: Nel corso del tempo – anche grazie alle esperienze che ho vissuto – ho capito quanto la correttezza e la lealtà siano valori da mantenere. Per quante difficoltà si possano incontrare, cercare di restare trasparenti e genuini è per me è una priorità assoluta, in primis nei rapporti con le persone che amo e a cui tengo, poi con chiunque mi circondi. Sono dell’idea che, quando ci rapportiamo col prossimo, dobbiamo tenere a mente il modo in cui vorremmo essere trattati. E, per me, la sincerità viene al primo posto, senza perdere mai il rispetto.

Quali sogni avete per il futuro?
Aurora: Di sogni si potrebbe parlare per ore. Così su due piedi, a venirmi banalmente in mente è l’università. Per chi, come me, è alla fine del suo percorso di studi liceali, un chiodo fisso è certamente il futuro, che nel mio caso mi vedrà studentessa della facoltà di giurisprudenza e poi chissà, forse in aula…
Per ora punto a concludere al meglio questo anno scolastico con il sogno e la speranza di aver lasciato qualcosa a chi verrà dopo.
Vittoria: Anche per quanto mi riguarda, in questo momento, ogni pensiero è rivolto all’esame di maturità e ai futuri studi universitari. Diciamo che sto cercando di dare concretezza ai miei sogni, così da farli diventare realtà.
Lia: A me questa domanda mette un po’ in difficoltà, ad essere sincera. Non ho le idee ben chiare per quanto concerne il mio futuro. Spero di poter fare qualcosa che rispecchi le mie passioni, anche se, per quella che è la società attuale, la vedo un po’ dura! Vorrei sicuramente proseguire gli studi e poi svolgere un lavoro che mi renda felice e mi permetta, allo stesso tempo, di crescere come persona, non mantenendo un visione ripiegata su me stessa, bensì con uno sguardo aperto al mondo e agli altri.

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