In Turchia, a cento giorni dal terremoto, “il Paese si trova alle prese con l’aumento di episodi di bullismo e autolesionismo tra i minori”. L’allarme è arrivato ieri, 17 maggio, da Save the Children.
I bambini dimostrano una maggiore aggressività. Gli assistenti e il personale scolastico ci hanno riferito che il bullismo emotivo e fisico tra i gruppi di amici è aumentato e, in alcuni casi, i ragazzi non si scagliano contro gli altri, ma colpiscono se stessi”, racconta Osman Yıldız, responsabile per la salute mentale e il supporto psicosociale di Save the Children ad Hatay.

I team di Save the Children che si occupano di salute mentale e di supporto psicosociale stanno fornendo un primo soccorso alle famiglie. “I genitori stanno cercando di adattarsi alla loro nuova realtà, ma le sfide che devono affrontare sono molte. Fino a 20 persone vivono in una sola tenda, in condizioni sono anguste. Avere così poco spazio espone soprattutto le bambine ad abusi fisici, mentali ed emotivi. E il sovraffollamento rappresenta anche un rischio per la coesione sociale e comunitaria”, spiega Yıldız.
“A distanza di 100 giorni, vedo quelle espressioni vuote gradualmente mutare in qualcosa di diverso, anche se dobbiamo ricordare che il recupero e la guarigione sono processi che richiedono mesi, se non anni. Viste le dimensioni del disastro e gli ingenti danni alle infrastrutture e alle abitazioni, molti bambini e le loro famiglie saranno probabilmente esposti a lungo a stress e dolore nel tentativo di rimettere insieme le proprie vite. Garantire che i bambini possano sentirsi di nuovo al sicuro e tornare a un senso di normalità il prima possibile è fondamentale per evitare ripercussioni a lungo termine sulla loro salute, sul loro benessere e sul loro sviluppo per gli anni a venire”, conclude Yıldız.
Save the Children chiede il libero accesso a tutte le aree colpite dal terremoto in Siria e Turchia e ai donatori di garantire finanziamenti a lungo termine in modo che le agenzie umanitarie possano passare dal trattamento alla prevenzione, che non solo sarà fondamentale per combattere l’aumento della malnutrizione, ma darà alle famiglie la sicurezza a lungo termine di cui hanno bisogno per ricostruire la loro capacità di recupero.

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