“La gloria vera non corrisponde al potere, alla fama, al successo, alla grandezza. La gloria vera è quella di chi serve, di chi prende l’ultimo posto, di chi dà la vita senza tenere nulla per sé”. Lo ribadisce il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, nella sua riflessione al Vangelo della Domenica (la prossima il 21 maggio). “La gloria – ricorda il patriarca – non è altro se non tutto ciò che manifesta Dio agli uomini, e il Dio di Gesù ha scelto di manifestarsi dentro ogni umile gesto d’amore, perché Lui stesso è amore e umiltà. Non si manifesterà dunque nella ricchezza, nella potenza, nel dominio, ma in ogni gesto di abbassamento, in ogni momento di gratuità”. Partendo dal capitolo diciassettesimo del Vangelo di Giovanni in cui, dopo aver parlato a lungo con i suoi, Gesù si rivolge al Padre in quella che viene detta la preghiera “sacerdotale”, Pizzaballa sottolinea che “non si può ottenere da soli la gloria accumulando beni e trionfi. Una ricerca errata della gloria terrena impedisce di credere in Lui, impedisce di accogliere la vera gloria di Dio, che si manifesta nelle opere del Cristo, in quel paradosso per cui la vera gloria consiste nel perdere tutto. La gloria umana divide e allontana da Dio, ma ci divide e ci allontana anche tra di noi. Invece – conclude Pizzaballa – la gloria che Gesù chiede al Padre ha come esito ultimo l’unità dei discepoli, perché la gloria di Cristo giunge a compimento esattamente nel rendere i suoi una cosa sola, proprio come Gesù e il Padre sono una cosa sola”.

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