Daniele Rocchi
“A voi giovani, che vi state preparando a partire per Lisbona o che vivrete la Giornata Mondiale della Gioventù nei vostri luoghi, vorrei dire: prima di mettervi in viaggio andate a trovare i vostri nonni, fate una visita a un anziano solo!”. Contiene un appello ai giovani in procinto di partire per la Gmg di Lisbona, il Messaggio di Papa Francesco per la terza Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, in programma il 23 luglio sul tema “Di generazione in generazione la sua misericordia” (Lc 1,50). Il Pontefice sottolinea così la vicinanza tra la celebrazione della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani e quella della gioventù: “Entrambe – afferma Francesco – hanno come tema la ‘fretta’ di Maria nel visitare Elisabetta, e ci portano così a riflettere sul legame tra giovani e anziani. Il Signore spera che i giovani, incontrandoli, accolgano la chiamata a custodire la memoria e riconoscano, grazie a loro, il dono di appartenere a una storia più grande”. Non è la prima volta che il Papa invoca questa ‘alleanza’ generazionale perché, come spiega al Sir Gabriella Gambino, sotto-segretario del Dicastero Laici, Famiglia e Vita, “senza anziani, il futuro dei giovani manca di una parte fondamentale per la loro crescita: la memoria del passato, che sono le loro radici”.
Giornata mondiale dei nonni e degli anziani (23 luglio) e Gmg (1-6 agosto), due eventi di grande portata ecclesiale uno di seguito all’altro. L’alleanza, tante volte invocata da Papa Francesco, tra giovani e anziani, quest’anno trova un ulteriore riverbero nella Gmg. Quale filo rosso collega queste due Giornate?
Quest’anno il tema scelto da Papa Francesco per la III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani è “Di generazione in generazione la sua misericordia” (Lc 1,50). La celebrazione dedicata ai nonni e agli anziani avrà luogo a pochi giorni dall’inizio della Gmg di Lisbona, che ha per tema “Maria si alzò e andò in fretta”. Entrambe le Giornate, dunque, si muovono intorno alla visita della giovane Maria di Nazareth all’anziana cugina Elisabetta, alla gioia del Magnificat e alla sollecitudine della giovane che va a trovare una donna più anziana. Nel messaggio che il Papa ha rivolto ai giovani in partenza per la Gmg, scrive che “il cammino di Maria e l’accoglienza di Elisabetta aprono le porte al manifestarsi della salvezza: attraverso il loro abbraccio la sua misericordia irrompe con gioiosa mitezza nella storia”. L’abbraccio tra le due madri è un segno di grande speranza che viene donato al mondo.
Papa Francesco, nel suo Messaggio per la prossima Gmg di Lisbona, ha definito i giovani “speranza di una nuova unità per l’umanità frammentata e divisa. Ma solo se hanno memoria, solo se ascoltano i drammi e i sogni degli anziani”. Quanto è importante l’alleanza tra giovani e anziani per non dimenticare le lezioni della storia?
Senza anziani, il futuro dei giovani manca di una parte fondamentale per la loro crescita: la memoria del passato, che sono le loro radici.
Il legame simbolico tra le due Giornate sottolinea non solo che mai nessuno si salva da solo, perché ciascuno di noi intesse nella propria vita dei legami che trascinano gli altri nel proprio cammino, ma soprattutto ci ricorda che nessuno può salvarsi da sé. La nostra personale storia di salvezza è una storia che affonda le proprie radici in luoghi e tempi lontani, che ci precedono, con cui dobbiamo imparare a fare i conti per poter essere persone solide e consapevoli, capaci di guardare avanti e di costruire un futuro di bene, per noi stessi e per gli altri. La storia più recente, contrassegnata ancora una volta da guerre violente, dalla incapacità di soccorrere chi è costretto a fuggire dalla propria patria e di stare accanto a chi è più fragile, è segno che abbiamo imparato poco dalle lezioni della storia, in cui queste tragedie si sono già verificate.
Come aiutare i giovani a fare tesoro della storia?
Dobbiamo coltivare nei giovani non solo la conoscenza attenta del passato, ma anche il coraggio di trarre dalla storia una visione profetica del futuro, una visione diversa delle relazioni umane, in cui si sappiano rimettere al centro valori universali come la fratellanza, la solidarietà e prima di tutto il rispetto di ogni vita umana. Questa capacità ha bisogno di una genesi, di un inizio, che prende forma quando un bambino si siede di fronte a suo nonno e lo ascolta in silenzio, interessato ai racconti di vicende lontane nel tempo, che hanno lasciato un’impronta e un insegnamento nella vita di quel nonno e della loro famiglia.
L’alleanza nasce dall’ascolto, dallo stupore, dalla riflessione e da una visione.
Gli anziani sono stati definiti dal Papa “un dono” la cui ricchezza spesso viene dimenticata. Come possono i giovani diventare dono per gli anziani?
Nel Messaggio, il Papa scrive che “la presenza di un giovane apre alla speranza che quanto [gli anziani] hanno vissuto non vada perduto e che i loro sogni si realizzino”. I giovani sono uno stimolo a non soffermarsi sulla debolezza che avanza o sul dispiacere per le occasioni perse della vita. È così anche nella nostra esperienza. Un bambino può essere fondamentale per far sì che i nonni o gli anziani della comunità non si chiudano nello spazio della propria casa, soli e abbandonati, ma restino agganciati alla comunità, alla famiglia, sentendosi parte di un contesto in cui hanno voce e spazio.
Nell’amicizia con un giovane, la persona anziana può ritrovare l’entusiasmo per un grande ideale; la meraviglia per l’inizio di nuovi progetti; la gioia di una fede e di una testimonianza di vita che si fa insegnamento per le nuove generazioni. Gli anziani sono insostituibili e un giovane con il suo sguardo e il suo affetto, in fondo, dice questo: nonno, ho bisogno di te!
Perché nel mondo attuale è importante che giovani e anziani si incontrino? E su cosa deve fondarsi questo incontro?
Il Santo Padre ci richiama da tempo all’urgenza di una alleanza tra le generazioni. Essa, dice papa Francesco, “salverà la famiglia umana”. Dobbiamo crederci e investire le nostre forze, come Chiesa e come laici, perché questa umanità ferita e lacerata riscopra la speranza attraverso la memoria e l’esperienza che gli anziani offrono ai giovani, per non ripetere errori già commessi e trovare un nuovo cammino insieme. La saggezza e la prudenza che devono guidare la storia nascono dall’esperienza dell’incontro, non dalla superbia che sgorga dal credere solo in sé stessi e nelle proprie capacità. Ma l’incontro è possibile quando vediamo nell’altro un valore.
Nel Messaggio per la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani di quest’anno, il Papa invita i giovani a non lasciare soli gli anziani e ad andare a salutarli prima di partire per la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona…
È un gesto che vuole esprimere nel concreto la vicinanza necessaria per l’inizio di un incontro vero e duraturo. Il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita invita tutte le diocesi, le parrocchie, le comunità e le famiglie ad essere creative per facilitare questo incontro. Da esso, infatti, può irrompere la gioia della misericordia di Dio nel mondo.
Unendosi alla chiamata di Papa Francesco, anche il Dicastero invita tutte le diocesi, le parrocchie, le associazioni e le comunità a celebrare la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani con una Messa solenne insieme ai nonni e agli anziani, invitando i giovani a rendere visita agli anziani soli della propria comunità, mentre in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù gli anziani sono invitati a pregare particolarmente per i giovani, accompagnandoli così nel pellegrinaggio verso Lisbona. Alcuni strumenti pastorali utili alla preparazione della III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani sono a disposizione sul sito web del Dicastero, www. http://www.laityfamilylife.va/
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