(Foto ANSA/SIR)

Di Marco Testi

E così anche quest’anno il fattore sorpresa ha prevalso sulle scommesse, le aspettative, le statistiche: alla prima prova scritta nel settore letterario sono usciti Salvatore Quasimodo e Alberto Moravia. Di Quasimodo è stata scelta una poesia tratta da “La terra impareggiabile”, raccolta poetica uscita nel 1959. La lirica, intitolata “La nuova luna” è dedicata al lancio del primo satellite, lo Sputnik, avvenuto nel 1957 da una base dell’allora Unione Sovietica.

E qui sicuramente entrano in gioco varie possibilità di interazione disciplinare: la storia, l’impegno politico di un poeta che si era iscritto al Pci nel 1945, l’attualità, ma anche riferimenti alla Bibbia e alla allora – ma anche oggi – possibilità di creazione dell’uomo, della sua “intelligenza laica” che gli ha consentito di porre “altri luminari uguali/ a quelli che giravano/ dalla creazione del mondo. Amen”.

La scelta di un brano tratto da “Gli indifferenti” di Alberto Moravia, il suo primo romanzo che fece uscire a sue spese a soli 22 anni, nel 1929, susciterà qualche polemica, non solo perché i programmi scolastici non sempre riescono ad arrivare e ad approfondire autori che maturano soprattutto a metà Novecento, ma perché Moravia è uno scrittore in cui uno sguardo apparentemente impassibile si posa soprattutto su noia, abbandono, indifferenza, sesso, ponendo in secondo piano valori come l’impegno politico diretto,  la spiritualità, la ricerca di altri universi di senso che non quelli legati ad una visione unicamente materialistica.

In realtà Moravia descrive implacabilmente una società in declino nonostante i proclami del fascismo, in cui ai valori sbandierati ufficialmente si sostituivano i vizi e la sensazione di inutilità della società di allora. E soprattutto nel brano proposto appare un importante elemento, quello della crisi dei privilegi dell’alta borghesia che teme di precipitare nell’universo della povertà: uno dei motivi che hanno portato il fascismo al potere.

Gli oltre 530 mila studenti impegnati nella maturità si sono trovati a fare i conti con la tipologia B che proponeva Pietro Angela per l’ambito tecnico-scientifico e Oriana Fallaci, con la sua celebre “Intervista con la storia” per quello artistico-letterario, mentre “L’idea di nazione” dello storico e partigiano – è stato uno dei protagonisti del Partito d’Azione – Federico Chabod è stato scelto per il testo argomentativo.

La riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche d’attualità consiste in una Lettera aperta al ministro Bianchi sugli esami di maturità in cui si sottolinea come la scrittura, anche quella compresa nella prova d’esame sia fondamentale per la responsabilizzazione dei ragazzi, oltre che per la loro crescita professionale e umana. La tipologia C  include anche un testo dello scrittore e giornalista Marco Belpoliti sul problema della velocità, un vero e proprio elogio della capacità perduta di attendere, di sognare, di accettare la non soddisfazione immediata di una qualsiasi pulsione: pseudo-soddisfazione che sta portando soprattutto i giovani verso la noia e la ricerca di scorciatoie.

Insomma, una maturità che ha privilegiato l’attualità, con una sorta di rifiuto del corteggiamento della facilità a tutti i costi (come nel caso della lettera aperta al ministro), l’impegno della letteratura non tanto nella politica quanto nel proprio presente e con una serie di riflessioni sulla storia – la facciamo noi comuni cittadini o solo i grandi? – poste da Oriana Fallaci, donna spesso coraggiosamente controcorrente, o da Chabod. Ma anche la riflessione sul valore umano dell’attesa è indicazione di una richiesta di ripensamento rivolta ai giovani sulla cosiddetta modernità, con tutti i limiti dei suoi falsi miti. E l’elogio di una attiva lentezza.

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