(Foto Toscana Oggi)

“Cercate indomiti il grande, il bello e il necessario. Non lasciatevi costringere in compromessi senza respiro. Non abbiate paura della sete di radicalità e della ricerca del definitivo. Andate incontro ai vostri contemporanei e sostenetene la speranza, partecipate alla costruzione di un mondo migliore. Difendete la vita e contribuite a fare del nostro mare un crocevia di pace e armonia”. Così mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, in apertura del convegno dei giovani del Mediterraneo nel salone dei Duecento in Palazzo Vecchio a Firenze. Al centro del discorso di mons. Baturi alcune piste di lavoro tratte dalla Carta di Firenze, il documento sottoscritto dai vescovi e dai sindaci del Mediterraneo al termine della seconda tappa del convegno “Mediterraneo frontiera di pace”, che li aveva radunati a Firenze nei giorni dello scoppio della guerra in Ucraina. In primis, il riconoscimento della diversità come patrimonio condiviso per tutta l’umanità: “La sfida è che la diversità delle culture e delle storie possa essere motivo di ricchezza, di incontro e non di estraneità – ha ricordato mons. Baturi -. La pace nel Mediterraneo avrà effetto in tutte le parti del mondo”. Poi, la domanda rivolta ai giovani riuniti in Palazzo Vecchio: “Sapremo sviluppare valori per i quali queste civiltà del Mediterraneo potranno incontrarsi? Dipende da noi e, un po’, dipende anche da voi”.

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