I vescovi nicaraguensi Silvio Báez e Rolando Álvarez (il primo, ausiliare di Managua, vive a Miami dopo aver lasciato il Paese, il secondo, vescovo di Matagalpa, è in carcere a Managua, dove è stato condannato a 26 anni di reclusione) sono stati proposti per ricevere il Premio Nobel per la Pace, per il loro coraggio nell’affrontare la dittatura di Daniel Ortega e Rosario Murillo in Nicaragua. Le candidature sono state fatte dai membri della Società internazionale per i diritti umani (Ishr), che hanno inviato lettere al Comitato per il Nobel per la Pace, proponendo di candidare i due vescovi al Premio Nobel per la Pace.
“È con grande entusiasmo che noi, sottoscritti membri della Società internazionale per i diritti umani negli Stati Uniti, in Canada e in Nicaragua, vi scriviamo affinché prendiate in considerazione l’idea di appoggiare mons. Rolando J. Alvarez e mons. Silvio J. Baez – entrambi vescovi delle città di Matagalpa e Managua in Nicaragua, rispettivamente – per il Premio Nobel per la Pace 2024”, si legge in una lettera inviata dall’Ishr.
Nel frattempo, l’Osservatorio “Monitoreo Azul y Blanco”, nel suo ultimo rapporto sulle violazioni dei diritti umani nel Paese, diffuso ieri, ha contato che almeno 165 nicaraguensi hanno subito una qualche forma di detenzione politica nei primi sei mesi di quest’anno. D’altra parte, l’Osservatorio ha registrato un totale di 519 episodi legati a violazioni dei diritti umani tra gennaio e giugno 2023. Per l’organizzazione, i mesi di aprile e maggio hanno visto un picco di casi, con 218 e 169 denunce, rispettivamente.
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