(Foto ANSA/SIR)

M. Chiara Biagioni

Un viaggio troppo caro per le casse delle famiglie e troppo pericoloso per l’instabilità politica. Queste le motivazioni che non permetteranno quest’anno la partecipazione dei giovani del Myanmar alla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona. “Sì è vero, non ci sarà nessuna delegazione ufficiale dei Giovani dal Myanmar quest’anno alla Gmg”, confermano al Sir i responsabili dell’ufficio della Commissione nazionale giovani cattolici (Conferenza episcopale birmana), che preferiscono per motivi di sicurezza rimanere nell’anonimato. La presenza dei giovani birmani è stringatissima: solo ultimamente è arrivata la notizia che a Lisbona riusciranno ad andare 4 giovani ed un seminarista della comunità dei gesuiti del Myanmar. Ma dalle diocesi non partirà nessuno. Da Yangon, spiegano che lo stipendio medio di un mese si aggira in media attorno ai 80 – 130 dollari e nessuno può permettersi di intraprendere un simile viaggio. Al problema economico, si aggiunge la situazione che si è creata con il colpo di Stato e la presa del poter da parte dei militari. Per i giovani in Myanmar “non è sicuro vivere, è difficile sopravvivere, è difficile trovare lavoro”. Molti vanno all’estero. Molti stanno entrando nelle file del People’s Defense Armed Forces. “Essere giovani o anche radunarsi in gruppi con più di 5 persone, è sempre guardato con sospetto dai militari. L’arresto può avvenire senza alcun motivo ovunque se sei giovane. I giovani sono presi di mira dai militari come i più sospettosi per motivi politici”. “In breve, la ragione principale è l’instabilità politica e la crisi finanziaria. Se i giovani vengono accusati o arrestati dai militari per motivi politici, nessuno li può aiutare o intercedere per loro, nemmeno i vescovi”.

Come vivete questa vostra assenza alla Gmg?

È un’ingiustizia per i giovani figli e figlie del Myanmar.

Dobbiamo dire che a causa del colpo di stato militare e del conflitto armato locale e guerra civile, c’è stata un’ingiustizia non solo nei confronti dei giovani ma di tutto il popolo del Myanmar.

Cosa volete far sapere ai giovani di tutto il mondo riuniti a Lisbona?
Vogliamo far sapere che in Myanmar, bambini, giovani e attivisti politici vengono uccisi o messi in prigione. Anche alcuni dei nostri sacerdoti cattolici vengono arrestati e messi in prigione per motivi poco chiari, alcuni sono stati inseriti nelle liste dei ricercati (505/A o B). Le case vengono bruciate quasi ogni giorno dai militari. Lo sa il Mondo, lo sanno i Capi della Chiese. Ma non sono sicuro che le voci di pianto della nostra gente sofferente siano ascoltate. Di una cosa però siamo certi: i nostri giovani stanno lottando per la loro libertà, per il bene del Paese. Stanno dando la vita. Vivono miseramente nelle foreste, così come le persone sfollate. Come disse una volta Madre Teresa, “Le mani che aiutano sono meglio delle labbra che pregano”, anche noi oggi diciamo che la gente del Myanmar ha bisogno di mani amiche. Vorremmo allora cogliere questa occasione per esprimere la nostra grande gratitudine a tutte le persone, i Paesi e ong e organizzazioni umanitarie che stanno, in un modo o nell’altro, aiutando la nostra gente. Milioni di grazie a tutti i sostenitori.

Come è la situazione oggi in Myanmar?
Sta diventando sempre più complicata. Alcuni possono pensare che sta migliorando ma la nostra sofferenza continua; anzi, sta peggiorando. È difficile spiegare chiaramente la situazione. In alcune grandi città del Myanmar (come a Yangon, Pathein, Naypyidaw), sembra tranquillo e la vita sembra scorrere nella normalità. Ma nella regione di Sagaing; Mandalay, Kalay, Hakha, Myitkyina, Banmaw, lashio; nello Stato Karen e Kareni; Bago, Taungngu, Loikaw, Phekhon, Pha-An, Mawlamyine; Shan; Taunggyi, ci sono guerre civili. In altre parole, in 3 o 4 diocesi la situazione è pacifica ma nel resto delle 12 o 13 diocesi non è così. La gente sta soffrendo molto. Dall’1 febbraio 2021 ad oggi, anche le Chiese vengono bruciate in alcune diocesi e la causa principale di tutti questi avvenimenti è il “colpo di stato militare”.

Quale messaggio volete far arrivare ai giovani della Gmg e a Papa Francesco?
Mentre i giovani del Myanmar stanno lottando per il loro futuro e la loro libertà, facciamo appello ai giovani del mondo e chiedere la loro preghiera affinché i nostri giovani siano protetti dai pericoli e possano avere più forza per resistere e combattere coraggiosamente per la libertà che è un dono di Dio.In solidarietà con il popolo ucraino, chiediamo anche le vostre preghiere e il vostro sostegno per il popolo ucraino. Possano i giovani di tutto il mondo vivere un’esperienza significativa e feconda dell’amore di Dio nella celebrazione della Gmg.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *