Nicola Salvagnin
Ha piovuto, le dighe si sono riempite, le centrali idroelettriche hanno ripreso a funzionare bene, dopo gli stop dello scorso anno a causa della siccità. È energia pulita, c’è anche se è buio o se non c’è vento, è prodotta in Italia (e nel mondo) in quantità notevole.
Allora il vento, che purtroppo in Italia non è così abbondante come in altre parti d’Europa. Ma c’è, e ci sono pure nuove pale che hanno rendimenti superiori a quelle vecchie. Ma creare impianti in mare è impossibile in una nazione che fa del turismo il suo asset principale. E, a ben vedere, neppure nell’entroterra, senza impatto visivo e in luoghi tutto sommato accessibili e infrastrutturabili.
Quindi il sole, che è abbondante soprattutto nel Mezzogiorno. Ci sono migliaia di richieste di piccoli impianti, ancora lì ferme in attesa di autorizzazione. Comunque inciderebbero poco sul totale necessario. I grandi impianti solari occupano fette di terreno assai ampie, né sono gradite quelle conversioni che trasformano campi coltivati in selva di pannelli fotovoltaici. Comunque, di notte e col cielo coperto…
Niente da fare per legno e derivati: ne abbiamo parecchio, ma producono quell’anidride carbonica che intendiamo abbattere. Si potrebbe ampliare il geotermico: siamo o non siamo il Paese dei vulcani? Ma anche qui è difficile ampliare i pochi impianti esistenti in Toscana, figurarsi crearne altri. Il biocarburante? Gli impianti producono grandi puzze, fateli vicino a casa vostra (comprensibile). Per produrre idrogeno verde servono o molta energia o molto metano; questo servirebbe comunque, ma pure i rigassificatori non riusciamo a mettere in funzione a causa di ricorsi al Tar e blocchi politico-burocratici: vedi Piombino.
E allora l’elettricità la compreremo all’estero. Ma pure i Paesi nostri vicini sono investiti dalla questione della transizione energetica ed ecologica; avranno bisogno di molta più elettricità pulita di oggi, ce la venderanno? Forse ci salverà l’Africa, forse.
Insomma pare che il problema sia enorme. Bisognerebbe pensarci, ma non ci sta pensando nessuno (o quasi) in una logica di sistema e di medio-lungo periodo. Tra non molto sarà “emergenza”, come piace tanto a noi italiani che ci muoviamo solo quando l’acqua ci arriva alle narici. E, parlando di elettricità, è meglio non stare dentro l’acqua.
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