SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Venerdì 11 agosto, presso il Monastero Santa Speranza di San Benedetto del Tronto, il vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Sua Eccellenza Monsignor Carlo Bresciani, ha presieduto una Santa Messa in occasione della festa liturgica di Santa Chiara d’Assisi. Presenti molti sacerdoti della Diocesi che hanno concelebrato l’Eucaristia.
Nell’omelia il vescovo Bresciani ha esordito dicendo: “Con solennità giustamente celebriamo la festa di Santa Chiara. E la celebriamo in questo monastero dove il carisma che lei ha assunto nella propria vita viene vissuto e continuato dalle nostre monache. Santa Chiara ci presenta una regola di vita cristiana: sappiamo infatti che lo scopo della sua esistenza è stato quello di tradurre, di vivere concretamente il Vangelo nella propria vita. Questa sera vorrei con voi riprendere tre virtù particolari, fondamentali del nostro essere umani, della pienezza della nostra vita umana e fondamentali anche della vita cristiana”.
“Abbiamo pregato così all’inizio – ha detto il vescovo Carlo -: ‘Dio misericordioso, che hai ispirato in Santa Chiara un ardente amore per la povertà evangelica, …’. Che cos’è questa povertà evangelica? Quando noi parliamo di povertà pensiamo alla povertà materiale e certamente Santa Chiara, figlia di San Francesco, questa Madonna Povertà l’ha assunta per la sua vita. Ma, se ci fermiamo alla povertà materiale, non comprendiamo sufficientemente questa virtù, che invece deve essere della nostra vita umana. Io la tradurrei così: è un senso profondo della nostra realtà umana o, detto diversamente, non siamo dei. Nessuno di noi lo è. Avere il senso vero della nostra povertà davanti a Dio è un primo passo fondamentale della nostra vita che ci mette in contatto profondo con la nostra realtà, che ci mette in pace con la nostra realtà. Essere ‘palloni gonfiati’ di superbia non è la povertà di cui parla il Vangelo. Ciò di cui parla il Vangelo è tutt’altro e Chiara questo lo ha vissuto e ci è di esempio in questi tempi, in cui anche la povertà materiale, certamente, non è tra le più gradite, ma soprattutto nel contesto nel quale ci pensiamo degli dei e quindi non abbiamo bisogno di Dio”.
“L’umiltà – ha proseguito Bresciani – è un secondo tratto che possiamo cogliere e che Santa Chiara ci assegna come strada di vita umana, di vita cristiana; l’umiltà è sapere che non siamo soli, che io non sono il ‘tutto’, che ci sono altri intorno a me, che devo conoscere l’esistenza di altri attorno a me, il diritto di altri ad esistere attorno a me. Questa umiltà è fondamentale affinché ci sia una fraternità. L’umiltà di Chiara è stata fondamentale per quella vita religiosa di comunità che ha saputo costruire e che ha tramandato. Oggi si pensa più facilmente che bisogna prevalere sull’altro: ‘Sono qualcuno se prevalgo sull’altro’, ‘Sono qualcuno se sono più dell’altro’, ‘Sono qualcuno se ho un ruolo più alto dell’altro’, ‘Sono qualcuno se ho un posto migliore’, … Non è questo che costruisce la vita.
“Il terzo aspetto che mi piace sottolineare questa sera con voi – ha aggiunto Sua Eccellenza – è che povertà e umiltà, dove portano? Portano alla carità. Non c’è carità vera, se mancano questi due aspetti, questo senso vero della propria povertà, questo senso vero dell’umiltà. Povertà e umiltà per una vera carità. La carità è il fondamento di tutto, è il centro di tutto, perché la nostra vita cristiana ci porta a questa carità, che è quella che Gesù Cristo ha vissuto, che non è soltanto dare qualcosa all’altro da un punto di vista materiale, ma è qualcosa di più: è il riconoscere la dignità dell’altro”.
“Ecco, mi pare che Santa Chiara, tra le tante cose che si potrebbero sottolineare della sua vita, ci è modello in questo – ha concluso Mons. Bresciani -: nonostante siano passati più di ottocento anni, mostra ancora tutta la validità di quanto queste virtù siano ancora necessarie per una vita buona. Mentre la celebriamo e la veneriamo, allora, preghiamo Santa Chiara, affinché ci aiuti a comprendere queste virtù, a capirle profondamente e a tradurle nelle situazioni della vita nelle quali noi ci troviamo”.
Per la solenne ricorrenza, la Liturgia è stata piacevolmente animata dal “Coro Perfetta Letizia” della Parrocchia di Sant’Antonio di Padova.
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