Si sono incontrati lo scorso 8 agosto, nella Città Santa, il comandante del Distretto di Gerusalemme, il vice commissario Doron Turgeman, e quello del Distretto di David, il comandante Avi Cohen, con i capi delle Comunità Cristiane e Cattoliche di Gerusalemme. Lo scopo della riunione – recita un comunicato della Polizia – è quello di implementare il dialogo, la collaborazione e i contatti tra la Polizia Israeliana e i rappresentanti delle Chiese, delle Comunità Cristiane e Cattoliche di Gerusalemme.

Particolarmente dibattuto, spiega la nota della Polizia che ha voluto la riunione, è stato il tema dei ripetuti “crimini di odio” nei confronti di fedeli, religiosi e clero cristiani nella Città Vecchia. A riguardo, rende noto la Polizia, dall’inizio dell’anno, sono stati aperti sedici  fascicoli di indagine nel Distretto di Gerusalemme nei confronti di sospetti coinvolti in episodi di vandalismo, violenza e molestie nei confronti di cristiani o istituzioni religiose cristiane a Gerusalemme. Ventuno persone sono state arrestate. Altri casi sono stati inviati al Pubblico Ministero per la formulazione delle accuse. Oltre ad atti vandalici e danneggiamenti di cimiteri, di chiese e arredi sacri, cresce il fenomeno, definito dalla Polizia “inquietante e vergognoso”, degli sputi contro fedeli cristiani, clero e istituzioni religiose. “Sebbene tali atti spesso non vengano denunciati o non consentano procedimenti legali – si legge nella nota della Polizia – questi non dovrebbero essere tollerati”. La Polizia condanna tali gesti e ribadisce di essere “attivamente impegnata nell’affrontare questo fenomeno. Questi gesti non solo feriscono i sentimenti religiosi delle persone, ma causano anche un danno significativo alla reputazione dello Stato di Israele a livello globale, in particolare tra la comunità cristiana”.

“Atti spregevoli”. “Siamo impegnati e lavoriamo per la vostra sicurezza tutto l’anno – ha detto il vice commissario Turgeman -. La cooperazione tra la polizia e i leader delle comunità cristiane e rappresentanti della fede cristiana è significativo per noi. La realtà ci presenta molte sfide, così come atti spregevoli e vergognosi che meritano una condanna. Siamo attenti a questo problema e lo affrontiamo con tutti gli strumenti a nostra disposizione”. Turgeman ha inoltre rivelato di aver dato ordine ai suoi uomini “di condurre operazioni anche segrete contro chiunque commetta crimini di odio, vandalismo e violenza di qualsiasi tipo contro istituzioni religiose e fedeli nella Città Vecchia di Gerusalemme”. Circa il fenomeno degli sputi contro religiosi e clero cristiano il vice commissario ha ribadito di “prendere seriamente la questione e di affrontarla con tutti i mezzi a nostra disposizione. Siamo una forza di Polizia per tutti e continueremo a lavorare per salvaguardare la pace e la sicurezza delle persone di tutte le fedi e denominazioni, dei residenti della città e dei visitatori”.

L’incontro si è chiuso con le congratulazioni al Patriarca latino, Mons. Pierbattista Pizzaballa, presente all’incontro, per la sua recente nomina a cardinale, il primo nella storia della Chiesa Cattolica con sede a Gerusalemme.

 
È stato un incontro positivo e collaborativo – ha dichiarato al Sir il custode di Terra Santa, Francesco Patton – nel quale tutti i capi delle Chiese di Gerusalemme hanno potuto esporre alla Polizia la situazione che stiamo vivendo oramai da diverso tempo. I rappresentanti della Polizia hanno preso nota delle nostre osservazioni, ma al tempo stesso hanno spiegato che il loro compito è quello di fare rispettare le leggi; le sentenze da emanare nei confronti delle persone accusate di tali crimini spettano ai giudici. Da parte della Polizia è giunta anche l’assicurazione che saranno aumentati i controlli e la sorveglianza per evitare il ripetersi di queste azioni odiose e violente”. “L’intenzione, adesso, è quella di ripetere questi incontri a intervalli regolari in modo tale da segnalare se gli attacchi violenti sono in aumento o meno. Da parte mia – ha concluso il custode – ho fatto presente che nel momento in cui vedremo che l’azione della Polizia non sarà abbastanza efficace ci rivolgeremo ai media per far conoscere la situazione”.

Intanto, il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog, con una delegazione, ha visitato questa mattina il Monastero Mar Elias (Stella Maris) di Haifa per esprimere solidarietà al monastero e ai cristiani della zona, in seguito alle ripetute provocazioni e incursioni di alcuni ebrei radicali ortodossi dentro il luogo di culto. Il presidente ha avuto un incontro con i capi delle chiese in Terra Santa, nel quale è stata affrontata la questione.

 

La denuncia dell’Aocts

È solo di poche settimane fa un comunicato della Commissione Giustizia e Pace dell’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa (Aocts) che denunciava “gli attacchi al clero cristiano, alle chiese e ai luoghi santi, in particolare a Gerusalemme e ad Haifa. Sputi, abusi verbali, a volte violenze fisiche, atti di vandalismo e graffiti sui muri – si legge nel comunicato – sono per lo più perpetrati da ebrei religiosi estremisti. Purtroppo, come in passato, i responsabili dell’applicazione della legge e dell’ordine raramente identificano e arrestano gli autori di questi attacchi e ancora più raramente gli autori devono rendere conto delle loro azioni”.

 

Un sito e un numero di telefono per denunciare.

Risale allo scorso 15 giugno, a Gerusalemme, l’incontro “Perché alcuni ebrei sputano ai Gentili”. Davanti a circa 300 persone, esperti e docenti hanno cercato di spiegare, partendo dai testi ebraici come Talmud e Mishna, il fenomeno di sputare, aggredire verbalmente, oltraggiare sacerdoti, religiosi e religiose, pellegrini cristiani che si trovano nella Città Santa. Autori di questi oltraggi sono ebrei ultra-ortodossi o giovani coloni, “spalleggiati” da leader politici dell’ultradestra presenti nel Governo. Per controllare e contrastare il fenomeno, riferisce la Custodia di Terra Santa, è stato predisposto un sito internet e un numero telefonico, in 10 lingue, dove poter segnalare immediatamente ogni episodio di molestie contro religiosi e/o luoghi cristiani di culto. “È importante poter avere il maggior numero di dettagli e se possibile un video o una foto del volto di chi offende in qualsiasi modo”, spiegano dalla Custodia, preoccupati dal fatto che quasi il 90% degli incidenti non viene denunciato per paura di ritorsioni. Circa 70 volontari sono impegnati a favorire le denunce raccogliendo testimonianze, filmati e registrazioni delle videocamere di sicurezza.

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