Foto Simone Incicco
GROTTAMMARE – A Grottammare la rievocazione dello sbarco di papa Alessandro III è stata un successo, il mare calmo e la serata ideale sono state di aiuto.
Il neo sindaco Enrico Piergallini ha salutato il pubblico e illustrato le motivazioni della rievocazione.
Essa affonda le sue radici nell’alto medioevo, anche se non è suffragata da documenti storici.
Tuttavia il Vescovo Bartolomeo Bacher sancì e ufficializzò la tradizione sul cadere del secolo decimo nono, confermandone i privilegi sacri.
Essa è indissolubilmente legata a quella “Vere Sacra”, volgarmente denominata “Sagra” o “Sacra” di matrice senz’altro preromana, che tramanda che il papa Alessandro III sia sbarcato a causa di un riparo di emergenza durante una tempesta presso i monaci benedettini di San martino al Tesino, ciò sarebbe avvenuto tra il 1175-1177, anche se non ci sono prove documentarie a dimostrarlo.
L’arrivo del “papa”, a bordo di una “nave” ristrutturata e realizzata dai volontari del Presepe Vivente di Grottammare, coadiuvati da Fabrizio Rosati, è stato reso scenico dai fuochi d’artificio della pirotecnica Santa Chiara e da musiche tematiche sul mare e dagli scogli, poi si è formato il corteo, dopo che il figurante interpretante il pontefice si è chinato per terra e ha riempito il camauro di sabbia pronunciando la formula “Tante indulgenze saranno concesse ogni qualvolta il 1 luglio cada di domenica, quanti sono i granelli di sabbia contenuti in questo camauro”.
A poco a poco si è formato il corteo vero e proprio, rappresentato da centocinquanta figuranti in costume d’epoca, una piccola rappresentanza della “Sacra”, dove l’anno scorso sfilarono ben settecento figuranti. Il corteo, forse un po’ breve, ha sfilato per le vie del centro cittadino, fermandosi poi in piazza San Pio V, dove tanta folla attendeva l’arrivo dei figuranti. Al centro della piazza si sono esibiti gli sbandieratori di Servigliano con le loro suggestive coreografie a suon di musica, eleganti e fiabesche, tra gli svolazzi leggiadri delle bandiere e i falconieri di Sulmona. I rapaci , poiane, barbagianni e un enorme gufo reale (che a dir il vero, preferiamo immaginare maestosi volare liberi e fieri sui boschi notturni) sono apparsi un po’ intimiditi dal chiasso, dai rumori, dalle luci, pur suscitando l’ammirazione e lo stupore dei bambini e degli adulti per la loro straordinaria bellezza.
A completare il tutto i “mangiafuoco” hanno intimorito e affascinato i bambini presenti. In definitiva si è trattato di un successo, che certamente merita di essere ampliato e perfezionato, ma se consideriamo che si tratta solo della seconda edizione, possiamo ben dire che si è partiti molto bene con lo “sbarco di Alessandro III”.
Infine un ricordo doveroso va all’ex sindaco Luigi Merli, che a suo tempo ideò la rievocazione e all’entusiasmo del nuovo sindaco Enrico Piergallini, che ne ha raccolto il testimone, che veramente con l’intero ufficio cultura del comune si è speso senza risparmio per la riuscita dell’evento.
Un ultimo ringraziamento va doverosamente a Mons. Giovanni Flammini, che ha appena celebrato i suoi “primi” cinquant’anni di sacerdozio e che ha generosamente concesso l’uso dello spazio antistante la chiesa, collaborando come sempre, a tutte le manifestazioni di aggregazione cittadina.
Per il prossimo anno visto il successo forse bisognerà pensare ad uno spazio più capiente per lo spettacolo finale.
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