“È ora che cessino le armi. Che torniamo al dialogo, alla diplomazia. Che cessino i disegni di conquista e di aggressione militare”. Intervenendo, in collegamento da remoto, alla “Clinton Global Initiative 2023″, nel suo discorso in spagnolo il Papa ha ribadito il suo “no a la guerra”. E ha esortato a “lavorare insieme per scongiurare la catastrofe ecologica, prima che sia troppo tardi”. “Per questo ho deciso di scrivere un nuovo documento, dieci anni dopo l’enciclica Laudato si’”, ha aggiunto Francesco, secondo il quale “è ora di affrontare insieme le emergenze migratorie, ricordando che non parliamo di numeri, ma di persone, uomini, donne e bambini”. “Quando parliamo di migrazione, pensiamo agli occhi dei bambini che incontriamo nei campi dei rifugiati”, l’invito del Papa: “È ora di pensare ai più piccoli, ai bambini, alla loro educazione, alla loro protezione”. Poi il riferimento all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, “un ospedale molto speciale che nel mondo è conosciuto l’ospedale del Papa”. “È evidente che il nostro piccolo grande ospedale non può risolvere i problemi dei bambini malati di tutto il mondo”, ha argomentato Francesco, ma è “un segno, una testimonianza di come è possibile, in mezzo a tanti sforzi, coniugare una grande ricerca scientifica, destinata a curare i bambini, e l’accoglienza gratuita delle loro necessità”. “In questi terribili mesi segnati dalla guerra – ha fatto presente il Papa – l’Ospedale Bambino Gesù ha accolto più di duemila piccoli pazienti ucraini, fuggiti dal loro Paese con le proprie famiglie. Il Bambino Gesù è un segno concreto della carità e della misericordia della Chiesa. Esistono malattie incurabili, ma non esistono bambini incurabili”.
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