“I bambini continuano a pagare il prezzo più alto del grave peggioramento della crisi di sicurezza in Mali. Decine sono stati uccisi solo questo mese nel nord e nel centro del Paese”. E’ l’allarme lanciato oggi da Pierre Ngom, rappresentante Unicef in Mali: “Il restringimento dell’accesso umanitario e i crescenti sfollamenti interni della popolazione stanno alimentando la crisi della malnutrizione dei bambini con 1 milione di bambini sotto i 5 anni a rischio, insieme a una recrudescenza di polio e un’epidemia di morbillo”. Elementi di gruppi armati non statali (Nsag) hanno rivendicato una serie di attacchi contro le postazioni delle forze di sicurezza maliane a Gao, oltre a ripetuti bombardamenti contro l’aeroporto e gli avamposti militari a Timbuctù. Dall’8 agosto 2023, elementi degli Nsag stanno imponendo un blocco alla città di Timbuctù, tagliando le principali vie di approvvigionamento. Il 7 settembre 2023, un attacco a una barca sull’asse Gao-Timbuktu ha causato la morte di almeno 24 bambini. “I continui attacchi in corso stanno creando caos per i bambini – prosegue Ngom -. A poche settimane dall’inizio dell’anno accademico 2023-2024, oltre 1.500 su 9.000 scuole non sono operative, in parte a causa dell’insicurezza. In totale sono 500.000 i bambini colpiti. L’aumento dell’insicurezza è stato ulteriormente amplificato dalla fine della missione multidimensionale integrata delle Nazioni Unite in Mali (Misusma) e rappresenta una morsa per gli accordi di Algeri e il dialogo inter-maliano. Gli investimenti nella pace e nella sicurezza devono andare di pari passo con l’inserimento di tutti i bambini nelle scuole e nell’apprendimento, con vaccinazioni complete, protezione da gravi violazioni e assenza di malnutrizione”.

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