I vescovi tedeschi, nel corso della plenaria che si è conclusa oggi a Wiesbaden-Naurod, si sono confrontati anche sul Sinodo della Chiesa universale che sta per aprirsi a Roma. “Nutriamo la grande speranza di poter portare la nostra esperienza nel confronto a livello di Chiesa universale e di imparare dall’esperienza di altri”, ha detto il presidente dei vescovi, mons. Georg Bätzing. “Nella Chiesa c’è una ricchezza di comprensioni e approcci diversi, ci sono diversi livelli di discussione e specificità delle chiese locali, ma c’è anche una moltitudine di domande, preoccupazioni e problemi che le chiese locali, ciascuna a proprio modo, condivide”, ha detto riferendosi al documento pre-sinodale, sottolineando un elemento: “l’idea di una Chiesa più sinodale ha trovato grande consenso in tutto il mondo”. Tra i temi della plenaria, grossa parte ha avuto ancora la questione degli abusi sessuali nella Chiesa, che ha visto aprirsi un nuovo capitolo con le accuse di abusi contro il cardinale Franz Hengsbach (1910-1991), figura di spicco della diocesi di Essen. “Tutto deve essere sul tavolo; anche quando ciò fa crollare dei monumenti”, ha detto mons. Bätzing.
I vescovi si sono confrontati poi sul giubileo del 2025, la formazione dei sacerdoti, l’attualità economica e sociale del Paese, e temi di carattere internazionale, come la situazione dei cristiani nel Nagorno-Karabach, l’Ucraina e il Nicaragua. Rispetto alla questione migrazioni, i vescovi scrivono nella loro dichiarazione conclusiva: “Sosteniamo gli sforzi per riformare il sistema europeo comune di asilo, ma non a qualsiasi costo. È importante concentrarsi sul rafforzamento della protezione dei rifugiati”. Invece di “campi sovraffollati con condizioni talvolta simili alla detenzione negli Stati di prima accoglienza”, si legge ancora, “è necessaria una rapida registrazione e ridistribuzione verso altri Stati membri dell’Ue”. Secondo i vescovi, i respingimenti alle frontiere esterne dell’Ue sono “contrari al diritto internazionale” e “devono cessare”. Se è lecito preoccuparsi di controllare le frontiere, la lotta al traffico di migranti “non deve portare a minare i diritti di coloro che cercano protezione”. I vescovi chiedono vie d’accesso più sicure e legali per i vulnerabili che chiedono protezione e accordi per facilitare la migrazione per motivi di lavoro.
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