Appello dell’arcivescovo anglicano Justin Welby perché “da tutte le parti” si ponga fine allo spargimento di sangue, al massacro e alla sofferenza di persone innocenti. “È essenziale – aggiunge – che si usi moderazione nell’attribuzione delle responsabilità finché tutti i fatti non sono chiari”. Prende la parola oggi con un lungo comunicato l’arcivescovo di Canterbury, leader della Chiesa anglicana a cui è legato l’ospedale Al Ahli di Gaza colpito ieri da un attacco che ha provocato centinaia di morti e feriti. “È essenziale esercitare moderazione nella ripartizione delle responsabilità prima che tutti i fatti siano chiari”. “Questa atrocità viola la santità e la dignità della vita umana”, scrive Welby. “Si tratta di una violazione del diritto umanitario, secondo cui è chiaro che ospedali, medici e pazienti devono essere protetti”. L’arcivescovo definisce in maniera inequivocabile gli attacchi terroristici di Hamas contro il popolo israeliano “crimini contro Dio e l’umanità” e afferma “il legittimo diritto e dovere” di Israele di “difendersi e di perseguire una risposta proporzionata per garantire la propria sicurezza.

Le regole della guerra esistono per salvaguardare i civili e il valore di ogni vita umana”. E poi aggiunge: “I bombardamenti israeliani sulla popolosa Striscia di Gaza stanno causando enormi vittime e sofferenze tra i civili. La popolazione di Gaza sta rimanendo senza acqua, cibo, forniture mediche e luoghi di rifugio”. Dall’altra parte in Israele e nel mondo, “le famiglie aspettano ancora notizie dei loro cari. È inconcepibile che si impedisca agli aiuti di raggiungere bambini e adulti che non combattono in questa guerra. È indifendibile che vengano colpiti ospedali, scuole e campi profughi. È un oltraggio che Hamas tenga degli ostaggi”. “Quello che sappiamo per certo è che questa violenza non garantirà al popolo della Terra Santa il futuro che merita”. Da qui l’appello: “Rilancio un nuovo appello affinché gli ostaggi siano rilasciati e i civili siano protetti. Mi unisco all’appello internazionale rivolto a tutte le parti affinché garantiscano un accesso umanitario immediato e sicuro a Gaza per prevenire ulteriori perdite di vite umane. Prego ancora per la pace di Gerusalemme, in solidarietà con la Chiesa in Terra Santa. Mi addoloro perché israeliani e palestinesi sono ancora in lutto e nella paura”.

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