“Cercare vie di pace: ecco la missione dei militari, ecco ciò di cui oggi abbiamo bisogno, perché la beatitudine – ‘Beati gli operatori di pace’ – sia realtà che impregna di bene e di gioia l’umanità”: lo ha ricordato questa mattina l’arcivescovo Ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, durante la Messa per la commemorazione dei defunti, presso il sacrario militare del Verano. Alla presenza del Sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti, e dei vertici delle Forze Armate, l’arcivescovo castrense ha rimarcato la necessità di “potenziare” gli strumenti di pace esistenti: “le Istituzioni che applicano il diritto internazionale, gli sforzi della mediazione, le tecniche della diplomazia… ma spesso non basta. E non solo perché tutto ciò potrebbe fallire ma anche perché non sempre la pace prodotta sarà autentica, cioè per tutti e duratura”. Perché ciò accada, allora, “bisogna anzitutto ritrovare fame e sete di giustizia, perché, senza giustizia, la guerra rimane la logica portante delle relazioni sociali, sia essa una guerra armata, quale stiamo vedendo in questi giorni, o una guerra in cui, semplicemente, regna la discriminazione sociale e lo scarto, l’illegalità e la paura, la violenza e l’abuso… in cui i pochi che detengono il potere tolgono agli altri pane, libertà, dignità, vita”. “Agli operatori di pace – ha aggiunto Marcianò – è necessaria la speranza di credere che la storia va verso un fine che non è distruzione. Ecco, questa speranza hanno avuto i nostri defunti, i nostri caduti. Essi hanno lottato per la pace perché hanno saputo intravedere un futuro di pace. È la convinzione con cui li ricordiamo grati. È la convinzione con cui essi hanno lavorato e anche noi lavoriamo per la pace, certi di partecipare a una nuova creazione” che è “un’opera di pace, alla quale siamo chiamati a collaborare. E’ questo ciò a cui sono chiamati i militari, ecco il compito di tutti noi. Ecco il dono che i cari caduti ci lasciano e che è seme di pace per l’eternità”.
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