È terminata la vita terrena di Indi Gregory, la bambina gravemente disabile, che i medici e poi i giudici, andando contro la volontà dei genitori, hanno deciso di non curare più.
“Non è la prima volta che la Gran Bretagna mostra verso i bambini più fragili il suo volto più crudele”, dichiara Marina Casini, presidente Mpv italiano e della Federazione europea One of Us, per la quale il potere giudiziario ha scavalcato “l’amore di due genitori che avevano chiesto – legittimamente, anche avvalendosi della cittadinanza italiana di Indi e della disponibilità dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù – di provare a percorrere la via della cura e non quella frettolosa della morte cagionata”. “Indi – prosegue Casini – non finirà di parlare per chi, indignato, non vuole rassegnarsi a questa mentalità di morte. Fa veramente impressione che dei giudici possano farsi dispensatori di morte non tenendo conto di tutti quei fattori – a partire dalla richiesta dei genitori di venire in Italia per valutare la situazione – che avrebbero aperto altre vie prima della eventuale resa. Una brutta storia che evoca cupi scenari del passato e manifesta un pragmatismo utilitarista che non fa che alimentare lo scarto di chi è ritenuto socialmente senza valore”.
“Claire ed io – scriveva Dean, il padre di Indi – abbiamo sempre voluto quello che è il migliore interesse per Indi. Anche lei ha diritto ai diritti dell’uomo e vorremmo che avesse il miglior trattamento possibile (…). Perché non può andare in Italia e ricevere i trattamenti e le cure che il governo italiano ha offerto? (…) Non smetteremo di lottare affinché nostra figlia abbia la possibilità di vivere fino alla fine”.
La presidente del Mpv ringrazia “coloro che in Italia e non solo si sono spesi per dare voce a Indi e ai suoi genitori”. “Se c’è una cosa bella in questa vicenda – osserva – è il Battesimo di Indi, voluto dai suoi genitori che fino a quel momento si erano dichiarati lontani dalla fede. Una luce nel buio e una speranza nella disperazione”. Il richiamo, infine, alle parole dell’infermiera inglese Cicely Saunders, fondatrice degli Hospice e delle cure palliative: “Sei importante perché sei tu, e sei importante fino alla fine della tua vita. Noi faremo tutto ciò che possiamo non solo per aiutarti a morire serenamente, ma anche per aiutarti a vivere fino alla fine”.
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