M.Michela Nicolais
(da Assisi) “Nella Chiesa non c’è prescrizione”. Lo ha ricordato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, rispondendo alle domande dei giornalisti sugli abusi durane la conferenza stampa di chiusura dell’Assemblea dei vescovi italiani, in cui è stata presentata la seconda Rilevazione sulle attività di tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nelle diocesi italiane.
“La prescrizione è un problema, ma nella Chiesa non esiste”,
ha spiegato il cardinale, ricordando che questi tipi di reato vanno sempre perseguiti: “Chiunque denuncia anche a distanza di anni viene ascoltato, e comunque noi facciamo un procedimento interno. In molti casi non c’è un rimando al penale perché prescritto, ma per noi no. Ci sono casi di persone che denunciano solo all’autorità ecclesiastica e non hanno alcuna intenzione di denunciare alle autorità civili, mentre la nostra richiesta è di rivolgersi anche alle autorità civili”. Quanto a presunti episodi di insabbiamento dei casi di abusi da parte dei vescovi, il presidente della Cei ha risposto:
“È difficile che oggi un vescovo insabbi.
È quasi più pericolosa una valutazione non oggettiva. Semmai il rischio è quasi il contrario: che per prudenza si avviino procedimenti giuridici anche soltanto per verificare i fatti”.
Diritto allo sciopero. Tra i temi di attualità, il diritto allo sciopero, dopo la riduzione dello sciopero generale previsto per domani. “È difficile rispondere: c’è un diritto che va difeso, ma c’è anche una limitazione del diritto che va difesa”, ha argomentato Zuppi: “Non voglio fare Pilato”, ha proseguito: “Se dovessi pensare a quello che abbiamo auspicato rispetto alla Costituzione, ma anche più generale, forse ci vuole più incontro, più dialogo, anche nelle scontro politico ci vuole una dialettica, che deve riguardare le sfide presenti”. “Ho l’impressione che su questo siamo ancora un pò lontani”, ha commentato.
Missione di pace in Ucraina. Riguardo allo scenario internazionale, il cardinale ha risposto alle domande dei giornalisti sugli sviluppi della missione di pace in Ucraina portata avanti per incarico di Papa Francesco. “Per completare la missione di pace si farà tutto quello che serve. Continua tutto l’impegno per i bambini e gli altri aspetti umanitari”, ha assicurato Zuppi. “Su richiesta delle autorità ucraine ci siamo concentrati sull’aspetto umanitario”, ha ribadito: “La Chiesa lo fa già in tanti modi, basta pensare all’attività di solidarietà straordinaria della Chiesa greco cattolica”. “Continueremo sicuramente i contatti con le autorità da una parte e dall’altra, in piena collaborazione con la Segreteria di Stato”, ha garantito il presidente della Cei: “C’è una buona collaborazione, tenendo presenti le enormi difficoltà”. In merito al fatto che il conflitto in Ucraina sia stato oscurato dal conflitto in corso tra Israele e Hamas, Zuppi ha risposto: “Per noi no, la Chiesa i riflettori ce l’ha tutti quanti accesi, come per il Sud Sudan o il Nagorno Karabakh”.
“Ratio” sui seminari. Non sono mancate le domande sul tema principale dell’Assemblea, la “Ratio” sui Seminari. “C’è stata un’importante discussione, è stato fatto un bel lavoro sugli emendamenti presentati”, ha riferito il presidente della Cei in merito al documento approvato dai presuli durante i lavori. “Tutto ci è stato richiesto dal Dicastero, e ora presenteremo il documento al Dicastero per la riconferma e l’attuazione”, ha informato il cardinale. Il testo, infatti, emendato secondo le indicazioni dell’Assemblea, sarà ora sottoposto alla conferma da parte del Dicastero per il Clero. “La gestazione è stata abbastanza lunga, il rischio era di arrivare fuori tempo massimo”, ha commentato Zuppi, definendo il nuovo documento, che offre orientamenti comuni e indicazioni condivise perché ogni singola Conferenza episcopale regionale possa costruire il progetto formativo dei propri seminari, un documento “di grande importanza per i preti e la formazione del clero”.
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