“La fame non è una causa persa. Abbiamo il potere di ridurre significativamente il numero di bambini malnutriti in questo momento, come abbiamo fatto in passato. Tuttavia, se non affrontiamo le cause profonde della fame e della malnutrizione, continueremo ad assistere a un’inversione di tendenza nei progressi compiuti per i bambini. Questa è una crisi alimentare globale e richiede una soluzione globale”. Lo dice Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children, in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
“In questa Giornata, che dovrebbe essere l’occasione per registrare i progressi fatti nel rispetto dei diritti di tutti i minori nel mondo, assistiamo a un ennesimo attacco diretto del diritto stesso alla sopravvivenza. Le decine di conflitti che attualmente infiammano il mondo, da Gaza al Sudan, passando per l’Ucraina, la Siria e lo Yemen, la crescente crisi climatica e alimentare nel Corno d’Africa, in Afghanistan e in Repubblica Democratica del Congo, dimostrano con chiarezza l’incapacità della comunità internazionale di usare tutte le risorse diplomatiche e materiali possibili per salvare i bambini esposti al rischio continuo di perdere la vita, nonostante tutti gli sforzi umanitari sul campo in cui anche Save the Children è impegnata direttamente”, sottolinea Fatarella. “Abbiamo la responsabilità di garantire a ogni bambino e bambina il diritto alla vita, alla salute e allo sviluppo. Dobbiamo fare ogni sforzo possibile per progredire in questo e i leader mondiali hanno l’obbligo morale di trasformare le promesse in azioni concrete, mettendo al primo posto i bisogni e i diritti dei minori, ascoltandoli e includendoli anche in una partecipazione attiva nelle decisioni che riguardano il loro presente e il loro futuro”, conclude la direttrice generale di Save the Children.
Nel 2022 Save the Children, insieme ai propri partner, ha raggiunto e sostenuto 87,1 milioni di persone, di cui 48,8 milioni di bambini, il 13,5% in più rispetto al 2021, con interventi e progetti in aree di emergenza o di sviluppo in 116 Paesi del mondo. Le aree di intervento riguardano il contrasto alla povertà e all’insicurezza alimentare, la protezione, l’educazione, la salute e nutrizione, la promozione dei diritti e la partecipazione.
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