RUBRICA – La nuova rubrica in questo tempo di Avvento, curata da Don Gian Luca Rosati, Parroco di Cristo Re di San Benedetto del Tronto, per prepararci a vivere al meglio questo periodo e il Natale.
14 giorni a Natale
Oggi è il 10 dicembre, giorno in cui si festeggia la Madonna di Loreto, nostra patrona (la memoria liturgica quest’anno è stata spostata al giorno 11 dicembre a causa della coincidenza del 10 dicembre con la Seconda Domenica di Avvento).
Conosco due tradizioni riguardanti la Santa Casa di Loreto.
La più famosa racconta che gli angeli hanno preso la casa di Maria e l’hanno trasportata da Nazareth a Loreto (per questo in molte chiese marchigiane si trovano raffigurazioni della Madonna col Bambino seduta sul tetto della Santa Casa trasportata dagli Angeli); l’altra narra di alcuni uomini che, dopo aver smontato la casa di Nazareth, hanno preso le pietre e le hanno portate a Loreto, dove l’hanno ricostruita.
A prima vista, le due storie sembrano molto diverse, ma tramandano lo stesso messaggio: entrambe parlano dei servi di Dio.
Servi di Dio sono gli angeli, che eseguono la missione che Dio affida loro e lo fanno con estrema fedeltà e cura: se un angelo perdesse il riferimento a Colui che lo invia e si mettesse a fare di testa sua trascurando la sua missione, non potrebbe più essere un angelo. Gli angeli, dunque, presero in custodia la Santa Casa e la trasportarono di notte fino a Loreto. Così, ogni anno, nella notte tra il 9 e il 10 dicembre, noi accendiamo le fochere per illuminare agli angeli la via verso Loreto.
Servi di Dio sono gli uomini, che, secondo l’altra tradizione, hanno smontato la Santa Casa di Nazareth e l’hanno ricostruita a Loreto; anch’essi, come gli angeli, sono fedeli esecutori di una missione.
Se chiudo gli occhi, li vedo mentre smontano la casa di Nazareth e preparano le pietre per il trasporto. Le prendono tutte e non ne scartano nessuna, nemmeno quelle che sembrano imperfette, vecchie, rovinate, consumate dal tempo… Quei servi di Dio stanno ben attenti a prenderle tutte, perché sono le pietre della casa di Maria: dentro quella casa è entrato l’angelo Gabriele, dentro quella casa Maria è stata chiamata da Dio, dentro quella casa è risuonato il suo bellissimo «Sì»!
Non deve mancare nemmeno una pietra: ciascuna dovrà riprendere il suo posto, una volta giunti a Loreto. Quei servi di Dio svolgono bene la loro missione, perché sono umili e non pensano nemmeno per un momento che si potrebbero trovare pietre migliori, più adatte alla costruzione, più belle, più nobili… Non gli viene in mente che a Loreto potrebbero esserci perfino pietre più adatte di quelle…
Oggi guardo la Santa Casa e penso alla nostra comunità cristiana.
Noi siamo le pietre vive che la costituiscono, come ci ricorda San Pietro nella sua Prima lettera, e siamo pietre preziose perché Gesù ci sceglie e non perché siamo perfetti. È Gesù che chiama ciascuno di noi a seguirlo entrando a far parte della Chiesa. E l’appartenenza a Gesù, il nostro vivere per Lui, non è testimoniato dalla quantità di opere che siamo capaci di compiere in parrocchia o dalle notizie che finiscono sui giornali o sul bollettino parrocchiale; il nostro essere cristiani traspare soprattutto dal nostro impegno a vivere la fraternità, amando il prossimo così com’è, coi suoi talenti, ma anche con i suoi difetti.
Di questa comunità cristiana siamo tutti responsabili. Gesù ci chiama a custodirla, a farla crescere nella fede perché possa portare buoni frutti, perché possa essere sale e luce, perché possa essere buona notizia per ogni uomo.
Nella Chiesa possiamo essere angeli, servi che fanno la volontà di Dio, oppure possiamo sostituirci a Dio facendo di testa nostra e impiegando la vita a selezionare le pietre: tu non vai bene perché ti manca questo; tu perché parli troppo; tu perché non parli; tu perché mi sembri falso; tu perché non sei abbastanza bravo; tu perché sei troppo bravo; tu perché hai questo difetto; tu perché sei povero; tu perché sei ignorante; tu perché sei troppo vecchio; tu perché sei troppo giovane; tu perché ho sentito dire che…; tu perché non sei perfetto!
Ma in questo modo, convinti di essere come Dio, assumiamo uno stile che è il contrario dello stile di Dio: Egli chiama e costruisce, noi escludiamo e distruggiamo.
Quando mancano quattordici giorni a Natale, vorrei chiedere al Signore, per intercessione della Beata Vergine Maria, di insegnarmi l’umiltà e di mettere sulla mia bocca, e soprattutto nel mio cuore, le parole di Maria: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38).
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