Di Ana Fron
RIPATRANSONE – Grande festa, ieri, per la diocesi di San Benedetto, Ripatransone e Montalto Marche con l’avvenimento della memoria liturgica della Beata Vergine Lauretana, sua patrona. L’occasione ha raccolto i devoti alla SS. Messa delle ore 18.00, presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani.
Hanno concelebrato: don Patrizio Spina, don Anselmo Fulgenzi, don Nicola Spinozzi e ha prestato il proprio servizio il diacono Walter Gandolfi.
Ma quali sono le radici storiche di questa ricorrenza?
La festa della Beata Vergine Lauretana è una celebrazione, che trova le proprie radici nella ricorrenza della costruzione del Santuario di Loreto. La Madonna di Loreto è da sempre particolarmente venerata dal popolo della diocesi tanto che nel 1620 la Confraternita “Madonna di San Giovanni” ne ha commissionato un simulacro, che è stato portato a spalla a Ripatransone dai confratelli ed è divenuto il principale riferimento di culto per i fedeli. Per l’importanza che la memoria dell’immagine richiamava presso la popolazione, nel 1893, il Vescovo Nicolai ha ordinato la Madonna di San Giovanni, patrona della città e della diocesi di Ripatransone.
Sua Eccellenza, Mons. Carlo Bresciani, ha focalizzato l’intera omelia sul concetto di speranza.
Oggi il mondo in quale direzione procede? I recenti dati del Censis, rivelano che siamo diventati un “popolo di depressi”. Ma noi possiamo cambiare. Bisogna ritrovare la “speranza”.
Aspettare il Natale, dice Mons. Bresciani, vuol dire fare come Maria, che si è messa completamente al servizio di Dio.
Anche noi possiamo aspettare con fiducia e speranza Gesù. Abbiamo necessità di guardare la vita da un’altra prospettiva. Mettere impegno per migliorare e andare al di là delle situazioni negative, che pur ci sono nel mondo; andare verso la “vera vita”, con speranza.
Ma chi ci può insegnare la vera via?
La Madonna ci può mostrare come mettere le nostre vite nelle mani di Dio. Lo ha fatto Lei quando ha accolto la volontà divina.
Ospitiamo la speranza! Siamo operatori di speranza. E quando facciamo così, vediamo un futuro, che non è necessariamente di disastro, ma di pace e di serenità.
Tuttavia, se pensiamo che il nostro futuro sia solo nelle mani di Dio, sbagliamo. Il futuro è anche nelle nostre mani. Anche noi, nel nostro piccolo, dobbiamo costruirci il futuro; dentro le nostre famiglie, dentro le nostre case.
L’attesa del Natale che significato ha per ognuno di noi? Cosa ci attendiamo da Dio?
Non ci perdiamo in attese superficiali. Le cose materiali servono a poco o a niente. Facciamo come Maria, trasformando l’avvento in una cosa grande; in una speranza di vita; in un futuro.
Al termine dell’omelia i laici della vicaria di San Giacomo della Marca, hanno donato due anfore di olio per la lampada che resterà accesa tutto l’anno nel santuario della Madonna.
La messa si è conclusa con la benedizione dei fedeli da parte di Sua Eccellenza, Mons. Carlo Bresciani che ha voluto infondere nei presenti la speranza di non essere soli. Abbiamo con noi Maria alla quale possiamo rivolgerci, con i versi della preghiera ricevuta durante la messa:
“Assistici, o Madre, in tutte le necessità temporali: conforta gli infermi, gli afflitti, i tribolati; fa fiorire le campagne; proteggi la vita civile.”
Infine, come si torna a casa, dopo un messaggio di speranza?
Confortati; con una visione di futuro. “Noi, dice Papa Francesco” possiamo essere parte della risposta di Dio. Noi, creati da Lui a Sua immagine e somiglianza, possiamo essere espressione del suo amore che fa nascere la gioia e la speranza anche dove sembra impossibile.”
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