“Sono profondamente rattristato sentendo della morte di un richiedente asilo a bordo della chiatta Bibby Stockholm. Ogni migrante e rifugiato ha un nome, un volto e una storia che dobbiamo ascoltare. Questa morte e la morte di chiunque cerchi rifugio è una tragedia. Le nostre preghiere sono con chi ha perso la sua vita, con la sua famiglia e i suoi amici”. Con queste parole, in un comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, il vescovo Paul McAleenan, responsabile del settore migrazione ha commentato la notizia della morte di un migrante sulla chiatta “Bibby Stockholm”. Secondo la “Bbc” diverse fonti ritengono che la morte sia dovuta a un suicidio. La chiatta-caserma è ormeggiata nel porto di Portland, nel sud dell’Inghilterra, e attrezzata come centro di detenzione. Il governo britannico di Rishi Sunak ha annunciato di volerla usare lo scorso aprile ma le più importanti organizzazioni umanitarie britanniche, tra le quali molte cattoliche, hanno denunciato le pessime condizioni di vita sulla nave e sostenuto che danneggiano la salute mentale degli ospiti. “Mentre non sappiamo ogni fatto di questa storia è importante che riconosciamo che abbiamo bisogno di un sistema di migrazione che difenda la dignità umana fondamentale di chi sta migrando, dia la priorità alla santità della vita, e fornisca accesso a condizioni di abitazione e cure sanitarie dignitose. Continueremo a batterci perché tutto questo diventi possibile”.
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