RUBRICA – La nuova rubrica in questo tempo di Avvento, curata da Don Gian Luca Rosati, Parroco di Cristo Re di San Benedetto del Tronto, per prepararci a vivere al meglio questo periodo e il Natale.

3 giorni a Natale

«Arianna cominciò a ridere come mai. Un panino con la frittata? Ma non era possibile fare un panino con la frittata. Il nonno insisteva e le diceva che era buonissimo, ma proprio eccezionale e che non si faceva più perché adesso tutte le cose dovevano essere veloci e invece un panino con la frittata ci vuole del tempo per farlo. Molto tempo e una cura particolare. […]
“Una rosetta con la frittata?”. La nonna fu presa dall’entusiasmo. Era seduta in salotto. Carlotta e Domitilla continuavano a giocare nella stanza dei nipoti e lei stava facendo un lavoro mentre alla radio suonava musica classica. “Facciamola insieme dai”. Arianna si entusiasmò. Tutti le dicevano che era sbadata e impulsiva e che faceva le cose senza pensarci e si dimenticava i pezzi e correva e insomma si concentrava poco, invece la nonna le diceva sempre: fallo, dai, vedrai che ti viene bene. Questo la entusiasmava e le metteva una grande felicità. Aprì il frigorifero e prese due uova. Le ruppe in una scodellina e con la forchetta cominciò a girare per sbattere l’uovo.
Fu una rosetta magnifica, trionfale. Il pane croccante insieme alla frittata tiepida. Carlotta e Domitilla arrivarono di corsa e ne vollero assaggiare. Anche il nonno ne chiese una e insomma per parecchio tempo non fecero altro che sbattere uova e far frittate e lei pensava di essere diventata veramente brava, ormai, a far frittate» (Matteo Nucci, Sono difficili le cose belle, Harper Collins, pp. 134-136).
Immerso nella lettura di un bel romanzo, mi ritrovo a ricordare l’atmosfera di quei pomeriggi trascorsi a casa coi miei fratelli e coi nonni dopo la scuola. Si usciva poco a quei tempi durante la settimana e la casa era il luogo in cui giocare, leggere, divertirsi e ridere insieme, imparare guardando o ascoltando i nonni, riposarsi, invitare gli amici. Si stava insieme grandi e piccoli senza chiudere le porte, senza avere spazi segreti e inaccessibili, senza nascondersi, se non per giocare a nascondino. Così capitava di guardare nonna mentre, fatta una montagnola di farina su una tavola di legno, vi versava al centro i tuorli delle uova e iniziava a impastare, oppure di vedere nonno che puliva il pesce o lavorava a piccoli modellini di barche a vela, oppure capitava di accompagnare i nonni nel giardino, o in campagna a cogliere i pomodori, o a prendere le uova nel pollaio,… Si cresceva insieme, si imparava insieme, si superavano gli ostacoli insieme, si gustavano le cose buone insieme: che profumi che uscivano dal forno o dalle pentole quando cucinavano il pranzo o la cena! Che gusto il pane con l’olio e il pomodoro! E che sapore indimenticabile il panino con la frittata!
Quando mancano tre giorni a Natale, ricordo che fin dalla mia nascita c’è sempre stato qualcuno al mio fianco che s’è preso cura di me, mi ha insegnato, m’ha dato fiducia e m’ha incoraggiato a provare e riprovare, a non arrendermi, qualcuno che m’ha accompagnato a cercare, a fare la fatica di imparare, a fare il bene! Chi sarei oggi se m’avessero lasciato crescere da solo?
(Foto: Caritas di Bolzano-Bressanone)

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